Busto, le ruspe in via per Lonate fanno “scappare” lavoro e clienti

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BUSTO ARSIZIO – Ruspe in azione e i commercianti di via per Lonate lanciano l’sos: il lavoro è calato, e drasticamente. Lamentano una perdita anche del 40 per cento. Non meno allarmati i negozianti che da lì a poco si vedranno le ruspe davanti al negozio. Temono di dover abbassare le saracinesche. E poi i tempi: parlano di ottobre, ma nessuno ci crede. Serpeggia lo scetticismo tra gli abitanti e gli esercenti della via che collega Busto con Magnago, Lonate Pozzolo, Samarate, Vanzaghello e la superstrada per Malpensa. Un’arteria troppo importante per stare chiusa troppo tempo. Tanti i disagi degli automobilisti, costretti a uno slalom che li può portare fino alla fine di via per Samarate: all’incrocio con via Togliatti c’è il cartello con la deviazione, ma imboccata via per Samarate si rischia di finire dritti dritti a Samarate, oppure un altro bivio convoglia il traffico sul cavalcavia di Sacconago. Ma i fastidi li sentono soprattutto chi deve guadagnarsi il pane da vivere.  La strada nevralgica per il traffico in uscita da Busto Arsizio ne avrà ancora per cinque mesi. O almeno è quello che l’amministrazione comunale dice. Lavori di riqualificazione: ecco quello che stanno realizzando. Sbancamento di 80 cm, estirpazione delle colture, rifacimento dei pluviali, interramento delle linee elettriche, allacciamento della fognatura e realizzazione della pista ciclabile. Il tutto su un tratto non indifferente, dalla rotonda di fronte all’ingresso del cimitero fino al rondò successivo quello che porta a Cascina Elisa. Per un totale di un paio di chilometri. La parola ai commercianti.

Negozi pieni, ma di preoccupazioni

«A livello commerciale – spiega Gianluca Paroni dell’omonima farmacia – stiamo risentendo parecchio: ci tolgono il traffico di passaggio. Per ora il lavoro è calato del 10 per cento, ma il peggio deve ancora venire quando ci smantelleranno il marciapiede. Dovremo arrangiarci in qualche modo, facendo passare la gente dietro. Siamo contenti che si riqualifichi la zona, ma non vedo l’ora che i lavori finiscano. Tra l’altro noi abbiamo rifatto la farmacia l’anno scorso, nella speranza di far coincidere i nostri lavori con i loro, come ci avevano promesso. Ma non è andata così. Loro li hanno iniziati un anno dopo». Si cambia esercizio commerciale, ma non il ritornello. Per Marco Palmeri, titolare della “Gelateria dei sogni” è «un vero disagio. Da aprile il lavoro è calato del 30 per cento. Fascia oraria? Tutte le ore, in particolare il mattino, con le colazioni. Il passaggio si è limitato parecchio. Il Comune non ci fa sapere nulla. Non conosciamo la tempistica per poterci riorganizzare. Speriamo solo che mettano le passarelle quando rifanno il marciapiedi qui davanti, altrimenti siamo costretti a chiudere. Quando mettono la calce per il nuovo marciapiede, ci hanno già detto che non potremo calpestarlo. Quindi significa chiusura dell’attività. Per non parlare dell’aspetto igienico. Non voglio immaginare la polvere. Spero che quello che stiamo perdendo lo recupereremo poi. Almeno con la pista ciclabile circolerà più gente in bicicletta».

busto ruspe lonate 1Paura dei tempi lunghi

A sollevare la questione è Graziella Mantovan, proprietaria del bar Ugo, la quale alla domanda se il suo esercizio ha subito un calo di clientela risponde: «Caspita: almeno il 40 per cento. E distribuito in tutta la giornata. La situazione critica è soprattutto per i tempi, oltre che per i lavori. Non è questione di mesi, alcuni parlano di un anno, ma è una questione eufemistica. Avevano detto tre mesi per il primo tratto, poi è slittato tutto. Penso che parlare di ottobre sia ottimistico. Noi lavoriamo sul passaggio. È positivo che abbiano fatto capire alla gente con un cartello che era possibile accedere alle attività commerciali. Non oso pensare quando saranno qui davanti. Spero solo di poter entrare io e i clienti. È vero che i lavori devono essere fatti, ma con cognizione in causa».

Cosa pensano i clienti.

Non meno feroce un cliente del bar. Che sbotta: «Faccio il camionista e sono nato su questa strada. Mi vergogno di essere di Busto Arsizio. È proprio necessaria la pista ciclabile? Danno via gli appalti e si dimenticano dei tempi».  Sulla non realizzazione della pista ciclabile concorda anche un altro cliente del bar Ugo: «E’ pericolosa la pista ciclabile per chi esce dal bar. Si trova il ciclista che sfreccia e ti stira, ti butta là. Per non parlare degli incidenti: già tre automobilisti hanno distrutto la macchina in via Favana, via per Samarate e via Bonsignora».

Futuro incerto

Infine c’è chi guarda con preoccupazione all’avanzare del cantiere. E’ il caso di Greta Porta dell’Agenzia Santa Rosa: «Noi non lavoriamo sul passaggio, ma siamo un’agenzia per l’assistenza degli anziani. Quando i lavori arriveranno qui, può diventare pericoloso per i nostri clienti, soprattutto per gli anziani, e non solo. Ci avevano promesso delle passerelle, ma chi ha già provato questa esperienza ci ha detto che non le hanno collocato».

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