Varese invecchia sempre più: un sito e un’app avvicinano anziani e badanti

VARESEAgevola è il nome di un progetto coordinato dall’Università dell’Insubria con l’obiettivo di facilitare la comunicazione tra anziani e badanti. Cuore dell’iniziativa un’app in sette lingue e un sito web. Oggi, venerdì 14 ottobre (nella foto), sono stati presentati a Varese i risultati dello studio, che ha visto anche la realizzazione di attività di analisi e sondaggi sulla popolazione anziana e su chi si occupa della loro assistenza. All’incontro sono intervenute le istituzioni e gli stakeholder, con le associazioni di anziani e stranieri e altre realtà come Acli, Avo e Ats Insubria.

Lo studio

A partire da analisi statistico-demografiche che confermano l’Italia e il territorio varesino come particolarmente interessati dal fenomeno dell’invecchiamento (l’Italia è insieme al Giappone il paese più anziano al mondo – Istat 2020), lo studio Agevola si è basato sull’incontrare e intervistare gli anziani, le loro famiglie e le assistenti di lingua straniera che se ne prendono cura quotidianamente. È stato condotto anche un sondaggio che ha consentito di raccogliere dati significativi in merito alle abitudini delle popolazioni coinvolte. Si sono raccolte innanzitutto informazioni sulla provenienza, identità, cultura, formazione, aspettative, bisogni comunicativi e linguistici delle badanti, figure divenute ormai essenziali per l’assistenza a domicilio dei nostri anziani. Quindi il progetto ha consentito di raggiungere gli anziani assistiti mediante i nipoti e le famiglie, e di ascoltare le loro voci, cosa che ha permesso di ricostruirne le abitudini, identità e necessità comunicative, anche durante l’emergenza Covid.

La situazione demografica a Varese

Innanzitutto è stato effettuato un focus sui dati demografici della provincia di Varese. Un territorio che ha circa 880mila abitanti (dati aggiornati al 2021) con un saldo naturale in decrescita, rispetto all’anno precedente, di 5.817 unità. Considerando gli indicatori demografici Varese è al 62° posto su 107 province per età media, al 29° posto per percentuale di residenti con meno di 15 anni, al 61° posto per percentuale di residenti con più di 64 anni e al 72° posto per indice di vecchiaia. Nel 2021 l’indice di vecchiaia per la provincia di Varese dice che ci sono 183,5 anziani ogni 100 giovani. In solo 7 comuni su 138 l’indice di vecchiaia è inferiore ad uno. Nella città di Varese il valore è pari a 1.64. Gli stranieri residenti a Varese all’1 gennaio 2021 sono invece 10.095 e rappresentano il 12,7% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dall’Albania con il 17,5% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall’Ucraina (8,2%) e dalla Romania (5,9%).

Le risposte degli assistenti domiciliari

Il sondaggio sugli assistenti domiciliari o badanti ha raggiunto un campione di 80 persone. 71 di loro vivono in provincia di Varese e la città più rappresentata (23% del totale) è Varese. Il 98% dei rispondenti è donna e l’età media è di 55 anni. I dati Istat del 2017 e il Rapporto badanti dopo la pandemia (2021) affermano che il 60% degli assistenti domiciliari non ha un permesso di lavoro regolare. Questi dati non sono confermati dal campione varesino, in quanto la percentuale si ferma al 40%. Più del 75% dei rispondenti è o è stato sposato e solamente 10 persone si definiscono single. Il 55% degli intervistati non ha la cittadinanza europea, 30 di loro hanno la cittadinanza italiana. In media lavorano come badanti da circa 8 anni e vivono in Italia da oltre 13 anni. Dal punto di vista formativo 24 su 80 hanno frequentato un corso universitario (solo 13 hanno conseguito un titolo universitario). Il 66% del campione non ha mai completato alcun percorso formativo in ambito sanitario. Le nazioni più rappresentate sono Ucraina, Perù e Moldova. Il 21% fa parte di un’associazione di caregiver e il 31% di associazioni culturali del proprio paese di origine. Nella maggior parte dei casi l’apprendimento dell’italiano è avvenuto parlando con le persone in Italia, mentre le difficoltà comunicative principali sono legate all’ambito sanitario e agli adempimenti burocratici.

Le risposte degli anziani

Un altro sondaggio ha coinvolto gli anziani e i loro familiari. Sono pervenute 148 risposte valide, il 77% dei quali dalla provincia di Varese. A rispondere nel 62% dei casi i nipoti degli anziani, seguiti dai figli (29%) e da nuora/genero (3%). L’88% del campione afferma di non essere l’unica figura (oltre alla badante) ad occuparsi del parente. Il tempo trascorso con l’assistito è di almeno 3 giorni alla settimana per il 58% del campione. Circa il 55% dei rispondenti è in questa situazione da almeno 2 anni e solamente il 13% ha la badante da meno di 1 anno. Le tre attività più comuni della giornata (mangiare, fare il bagno, vestirsi) sono svolte in modo autosufficiente dalla metà del campione degli anziani . Solo il 7% degli intervistati non segnala alcuna problematica sanitaria. Per quanto riguarda gli aspetti linguistici il 43% degli assistiti parla prevalentemente dialetto, ma il 40% delle badanti non lo comprende.

Un’app in sette lingue

Facilitare la comunicazione fra anziani assistiti, famiglie e badanti di lingua straniera a Varese e provincia: questo dunque l’obiettivo principale del progetto che ha il nome completo di “Agevola. Assistenza, Gestione, Volontariato, Anziani. Strumenti multilingui per l’assistenza agli anziani”. Un’iniziativa finanziata da Fondazione Cariplo per il quadriennio 2018-2022 e coordinata dall’Università degli studi dell’Insubria, che ha condotto il percorso insieme all’Università degli studi di Milano. Il progetto ha avuto al centro un’app in sette lingue: italiano, inglese, spagnolo, rumeno, russo, albanese e ucraino (dal nome “Age.Vol.A”, disponibile su Play Store ed Apple Store) contenente un glossario per aiutare anziani, famiglie e assistenti domiciliari di lingua straniera a comunicare in diversi ambiti: salute, vita quotidiana e istituzioni. Promosso anche un sito web dedicato. «Non è una cosa chiusa, è l’inizio di una app che si può ampliare con i suggerimenti di tutti», ha spiegato la professoressa Kim Grego. Il team che ha lavorato al progetto (nella foto sotto) è composto dai professori Alessandra Vicentini, Daniel Russo e Daniele Grechi dell’Insubria, Giulia Rovelli dell’Università di Bergamo e Kim Grego dell’Università degli studi di Milano. L’esperienza di Agevola è stata al centro di diversi convegni che si sono svolti negli ultimi anni sia in Italia che all’estero, tra cui un appuntamento a Tokyo.