Fagnano, il cantiere della palestra di via Venegoni pianta le tende in tribunale

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FAGNANO OLONA – Non c’è due senza tre. E sulla palestra di via Venegoni è in corso una vera e propria prova muscolare tra l’amministrazione, che a questo punto vuole rimettere in discussione non il progetto, ma l’assegnazione dei lavori e chi dovrebbe costruire l’opera. Impresa che di fatto ha già “spiantato” le tende nel cantiere per trasferire la partita nelle aule dei tribunali.

Al momento il giudice è stato di fatto tirato in ballo due volte e sempre dalla cooperativa che ha vinto la gara d’appalto. La quale si è rivolta al tribunale per esporre i motivi per cui non avrebbe potuto di fatto svolgere i lavori (accertamento tecnico preventivo in gergo tecnico). Il giudice ha rigettato il ricorso. E poi il bis giudiziario, per chiedere che l’amministrazione riconoscesse (pronti via) il 30% circa, ovvero 219 mila euro, di quanto sarebbe costata la palestra. Soldi che non sono mai usciti dai forzieri del Castello. Quel bonifico è stato di fatto bloccato. E per tale motivo è arrivata l’ingiunzione di pagamento. «Rispetto alla quale – ha spiegato l’assessore ai Lavori Pubblici – ci opporremo in tribunale».

L’amministrazione mostra i muscoli

Non ha alcuna intenzione di cedere l’amministrazione davanti alla vicenda palestra. E a spiegare il motivo della doppia opposizione davanti al giudice, ma anche la volontà di far partire una terza causa per riappropriarsi del cantiere, è lo stesso Rosa.

«Le cose stanno così – spiega – da un lato la ditta che ha vinto l’appalto ha fatto ricorso al giudice per spiegare i motivi per cui non poteva procedere con i lavori e dall’altro, quasi contemporaneamente ha emesso la richiesta di pagamento del 30% dell’importo complessivo. Una contraddizione, poiché se non puoi mandare avanti il cantiere, non puoi nemmeno pretendere i pagamenti. Per questo abbiamo bloccato quel bonifico». Ottenendo già un primo successo nelle aule del tribunale dove si è spostata la vicenda: «La prima richiesta è stata rigettata dal giudice. Ora noi ci opporremo anche all’ingiunzione e abbiamo validi motivi per credere di poter ottenere la ragione della nostra scelta».

Ma non finirà lì. Poiché in via Venegoni è stato fatto poco più di un buco nel terreno, ma secondo l’amministrazione in quel cantiere si è già visto abbastanza per chiedere l’annullamento del contratto e riaffidare i lavori. «Abbiamo anche scoperto che alcune lavorazioni sono state subappaltate a una ditta senza che il Comune venisse informato».

Ora resta da capire quanto quel cantiere, che Rosa dice essere «già stato abbandonato dalla ditta», rimarrà tale. Conoscendo i tempi della burocrazia giudiziaria la cosa sarà piuttosto lunga. «Anche se da parte nostra – dice Rosa – c’è la volontà di chiudere la vicenda il più in fretta possibile perché la palestra la vogliamo costruire. E abbiamo già disposto a bilancio le somme per affidare l’incarico a un legale».

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