Giovani che si isolano: a Tradate viaggio immersivo nel mondo degli hikikomori

Un momento della visita all'installazione "Isole", tra luci, buio e suoni

TRADATEUn fenomeno in crescita, con numeri importanti: secondo uno studio recente condotto da Cnr e Gruppo Abele sarebbero circa 50mila in tutt’Italia gli “hikikomori”. Per capire a fondo la questione, mettendosi direttamente nei panni di chi sceglie di isolarsi dal mondo esterno, è stata promossa a Tradate un’installazione immersiva attraverso suoni e bagliori di luci (il racconto dell’esperienza nel video sotto). A firmarla un gruppo di giovani del Varesotto.

Fenomeno in aumento

“Isole” è il nome dell’installazione pensata per far conoscere il fenomeno del ritiro sociale, più comunemente noto con il termine di hikikomori, che in giapponese significa “stare in disparte”. Diffusosi inizialmente proprio nel Sol Levante a partire dagli anni ’80, negli ultimi anni si è allargato anche al mondo occidentale. Gli “hikikomori” sono persone, soprattutto giovani, che scelgono di chiudersi nelle loro stanze, senza legami con il mondo, se non quelli mediati da uno schermo. Un fenomeno ancora poco conosciuto, di cui risulta molto difficile rendere a parole la complessità oltre che le cause. Per questo motivo in occasione della Welfare Week organizzata dal 15 al 22 aprile dall’Ambito distrettuale di Tradate è stata promossa un’installazione immersiva, su iniziativa di Sakidō, progetto sociale che si occupa di cura e prevenzione del fenomeno in provincia di Varese.

“Viaggio” in prima persona

Isole è un’installazione immersiva che prova a far vivere al pubblico in prima persona cosa significa il ritiro sociale, al di là dello stereotipo e del sentito dire. Uno spazio fisico e mentale che racconta di geografie alterate, che per poter coincidere con spazi così ristretti, si estendono fino a diventare mondi interi. È un viaggio individuale attraverso le fasi più comuni del ritiro. Inizia dal caos del mondo esterno, dalle pressioni e dalle aspettative, dagli sguardi insistenti degli altri sulle proprie fragilità e aree di incertezza. Per arrivare poi al rifugio, alla pace ricercata lontano dal mondo, dietro una porta chiusa e, spesso, davanti a uno schermo. Quella pace che ha due volti: uno rassicurante, accogliente. E uno invece opprimente, fatto di timore e senso di colpa. Dov’è la porta? Come si esce? E ancora, come si entra? Non c’è una risposta univoca, ma tante quante sono le persone che vivono o hanno vissuto la dimensione del ritiro sociale.

L’ingresso nello spazio dell’installazione

12 minuti di esperienza

L’esperienza all’interno di Isole dura 12 minuti: appena si entra ci si siede in uno spazio al chiuso completamente al buio, illuminati solo da lampi di luce intermittenti. Con le cuffie alle orecchie si ascoltano suoni, rumori e voci che raccontando un crescendo di stimoli esterni che generano ansia. La seconda parte è caratterizzata invece da suoni più ovattati, che corrispondono al fenomeno del ritiro. Si ha una sensazione di rilassatezza, ma poi è il silenzio stesso a diventare una trappola in qualche modo. All’uscita si può lasciare un commento sintetizzando in tre parole le sensazioni provate. A testare “Isole” anche Maria Chiara Cremona, assessore ai servizi sociali a Venegono Inferiore, che presiede il tavolo degli assessori del distretto di Tradate. «Mi ha colpito molto come madre e professionista della salute, ma soprattutto come amministratrice – racconta – il ritiro sociale non è l’ennesima patologia da annoverare in un manuale diagnostico ma piuttosto un campanello d’allarme della società». L’installazione sarà riproposta prossimamente in altri comuni della provincia.

Stimolare una riflessione

L’obiettivo di Isole è quello di raccogliere e stimolare riflessioni collettive su questo fenomeno, perché se il problema del ritiro è un problema sociale, la risposta non potrà mai essere individuale. L’installazione è stata ideata, progettata e realizzata da alcuni adolescenti della provincia di Varese che hanno aderito a una call to action diramata sul territorio dal progetto Sakidō. Il percorso creativo, iniziato nell’estate 2022, si è svolto attraverso incontri informali in presenza, dove i ragazzi, grazie al supporto e alla facilitazione di operatori sociali e professionisti nel mondo dell’arte e della cultura, hanno messo in comune riflessioni e vissuti, che si sono poi tradotti nell’installazione. Il percorso è stato coordinato da Elisa Begni di Associazione S.m.Art e Massimo Lazzaroni della Cooperativa Totem, con il supporto del regista teatrale Andrea Gosetti, all’interno di Sakidō, con capofila la Cooperativa Sociale L’aquilone e finanziato dalla Fondazione Con i Bambini. Isole è visitabile ancora nella giornata di domani, mercoledì 19 aprile, dalle 14 alle 18, previa prenotazione tramite questo modulo.

La fase finale della visita: spazio ai giudizi personali

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