Michielin arriva a Olgiate dopo lo scontro con Salvini: «Apriamo i porti»

intervista francesca michielin

OLGIATE OLONA – Fa discutere, da giorni, la dura presa di posizione di Francesca Michielin contro i respingimenti delle navi con a bordo i richiedenti asilo e le sue dichiarazioni dopo il caso caso Aquarius sollevato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Questo atto spregevole – ha scritto in rete – è la prova che in questo Paese c’è molta disinformazione che genera ignoranza, insicurezza e mancanza di umanità.
I confini geografici sono stati stabiliti da guerre e trattati, ma sono confini che non determinano persone di serie A o di serie B. Ognuno ha il diritto di mettere piede su qualsiasi parte del suolo terrestre. La migrazione è un diritto inalienabile e ha permesso, fin dall’antichità, il contatto tra culture e la creazione delle società». La cantante bassanese arriverà proprio tra poche settimane in provincia di Varese con una nuova tappa del 2640 tour. Aprirà l’11 luglio il Gravity Pop Festival di Olgiate Olona.

Francesca, partiamo proprio dal tuo post su Facebook e dalla immancabile polemica che si è generata attorno. Ti senti la portavoce di una nuova generazione che vede il mondo con degli standard diversi rispetto all’attuale classe di governo, al di là di chi, in questo momento si trova al potere?
«Io non credo di avere un ideale politico definito, tanto che non mi sono mai schierata. Però ho delle cose in cui credo fermamente, a partire dal rispetto dell’essere umano in quanto tale. Così mi ha educato la mia famiglia, sin da quando ero piccola ho avuto la fortuna di vivere in una comunità multiculturale. Credo davvero che la diversità sia una ricchezza. E poi ho fatto tantissimo volontariato per la migrazione, anche nei porti. Non lo dico mai perché non voglio strumentalizzare questa cosa o vantarmene, ma io cosa succede l’ho visto con i miei occhi, l’ho vissuto e sono molto informata perché seguo un corso di cooperazione allo sviluppo e sono dentro un albo di volontari. So perfettamente di cosa parlo. Per questo dico che il tema dell’immigrazione è molto complesso e non va trattato con leggerezza. Avrei potuto scrivere anche molto di più  e con dettagli molto più tecnici, ma non volevo addentrarmi in questioni che non sono di mia competenza. Credo però che gli artisti non siano sul palco soltanto per cantare, ma anche per lanciare messaggi. Io ho semplicemente voluto dare la mia opinione su una tematica in cui, in Italia, c’è molta disinformazione».

Credi davvero a un mondo senza confini?
«Tra un po’ di anni saremo costretti a rivalutare il concetto di confine geografico, sia come nazione sia come identità culturale. Ciò che ci rende italiani credo sia sempre più labili, dunque dovremmo cominciare a rifletterci un po’ sopra».

Veniamo alla musica. Che novità ci saranno nel tuo concerto di Olgiate Olona rispetto al tour invernale che ha fatto tappa a Milano lo scorso marzo?
«Ci poniamo in maniera più fresca sul palco, per vivere il periodo estivo che stiamo vivendo in maniera più “Tropicale”, per citare l’ultimo singolo uscito.  Abbiamo cambiato un po’ la scaletta, i colori, le luci e i momenti acustici, anche se di fondo rimane sempre il 2640 Tour».

intervista francesca michielin

Suoni tantissimi strumenti, quale ti rappresenta più?
«Senza dubbio il basso elettrico. E’quello che mi piace di più suonare, è molto antico e affascinante».

Scrivi tu le tue canzoni, tanto che le collaborazioni sono sempre rare e di qualità, proprio come quella con Calcutta in “Tropicale”. Potendo scegliere un artista che oggi non c’è più, con chi ti sarebbe piaciuto collaborare?
«Mi sarebbe tanto piaciuto andare a scuola di canto da Jeff Buckley. L’ho sempre amato tantissimo e sono rimasta affascinata dalla sua vocalità molto sperimentale»

Talvolta ti etichettano come la nuova Pausini, come la nuova Giorgia o la nuova Elisa. Non ti chiedo a chi pensi di assomigliare di più, ti chiedo soltanto chi ti piace di più.
«Da ragazza amavo Giorgia, ero affascinata dal suo percorso e la sua voce mi faceva sentire a casa. Ma nel 2001, quando Elisa ha vinto a Sanremo con “Luce” sono rimasta folgorata. Sono davvero felice di aver potuto collaborare con lei per il mio primo disco. Della Pausini invece ho sempre apprezzato l’attitudine, è una persona super-tenace con un carisma incredibile».

intervista francesca michielin

Cosa pensi quando la gente ti dice che si riconosce nei tuoi testi? Che effetto ti fa sapere che le tue canzoni, come per esempio Vulcano, Io non abito al mare o Bolivia  (singoli che hanno raggiunto la soglia dei 18 milioni di stream su Spotify) sono magari  diventate colonne sonore di bellissime storie d’amore tra persone a te sconosciute?
«Non ho mai fatti pezzi a caso, ho sempre cercato un contatto diretto e intimo con le persone che mi ascoltano. Lo reputo un privilegio. E’una cosa bellissima sapere che attraverso una canzone entri a far parte della vita di qualcun altro, sapere che ognuno fa proprie le tue canzoni, dandole un senso diverso rispetto al motivo per cui tu l’avevi scritta. Paradossalmente il vero interprete è chi ascolta il brano, non chi lo scrive»

Tempo fa in un’intervista dicevi che eri talmente concentrata sul lavoro da non aver tempo per l’amore. Pensi davvero che ci siano dei momenti della vita in cui l’amore può passare in secondo piano?
«Io in realtà non ho veramente tempo per fare niente. Le persone che mi stanno vicino lo capiscono e sono la mia forza. In questa fase della mia vita sono incasinata a dei livelli estremi, quindi chi mi vuole bene sa che magari non manifesto il mio affetto con la mia presenza, ma che ci sono. Crescendo e maturando fortunatamente incontri anche persone che capiscono quello che fai e non te lo fanno pesare».

Di te appare sempre la tua personalità molto pacifica, sei davvero così anche nella vita privata e nel rapporto con la gente?
«Cercare l’unione e lo stare bene con le persone lo reputo fondamentale. Sono una persona che ha un aspetto più vulcanico, in realtà anche con un carattere sanguigno, però cerco di non sfogarlo sugli altri. Cerco di incanalare questa energia nello scrivere, di non reagire mai agli impulsi negativi che mi possono far stare male. La rabbia la utilizzo, è un lavoro non facile che sto facendo su di me. Non cerco mai la distruzione, tento sempre di arrivare a un confronto, di smuovere le acque quando reputo che possa esserci una crescita. Non amo odiare gli altri, non mi interessa»

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Intervista francesca michielin – MALPENSA24