Più Fagnano resta spaccata sul capannone che verrà discusso in consiglio

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FAGNANO OLONA – La partita del capannone di 27 metri, salvo colpi di scena, si giocherà nel prossimo consiglio comunale. E il voto sul progetto, per come si sono messe le cose, potrebbe anche decidere le sorti di Più Fagnano. Del resto sulla questione l’amministrazione non ha trovato una posizione unitaria nemmeno all’ultima riunione di maggioranza.

Fermi sulle proprie posizioni

A un passo dall’approdo decisivo in consiglio, sul progetto di realizzazione di un mega capannone in via Fratelli Cervi la maggioranza ha messo in piazza una spaccatura (non l’unica in questo primo scorcio di mandato) ora difficile da ricomporre. Da un lato il sindaco Elena Catelli e Fratelli d’Italia favorevoli alla realizzazione, dall’altra Forza Italia e Lega. Che non sono contrarie al progetto, ma lo vorrebbero realizzato in zona industriale. Lontano dalle abitazioni. Distanze che si sono divaricate dopo la dura presa di posizione del primo cittadino, alle quali sono andati a traino gli esponenti del partito di Giorgia Meloni, che non sono certo stati meno teneri del sindaco.

Si va in consiglio

Sta di fatto che la riunione di maggioranza che si è tenuta l’altro giorno non ha smussato gli spigoli. L’incontro non ha registrato tensioni e toni alti. Ma sindaco e Fratelli d’Italia non si sono mossi da via Cervi, mentre leghisti e forzisti hanno confermato di voler proporre un cambio di location in zona industriale. Pozioni cristallizzate che hanno dilatato il dubbio sul fatto che il punto non venisse inserito all’ordine del giorno del consiglio. “Troppo rischioso – dice qualcuno – vorrebbe dire affossare un intervento rispetto al quale non ci sono contrarietà sulla realizzazione, ma anche mandare in frantumi la maggioranza”.

Rischio che a quanto pare Più Fagnano dovrà invece correre, poiché in corso c’è un iter amministrativo che richiede un passaggio in consiglio per non rimanere monco. «Non possiamo scegliere di non portalo in consiglio», dice in maniera telegrafica il sindaco. A meno che a togliere le castagne dal fuoco non intervenga direttamente il privato, tirato in ballo senza volerlo e che, visto l’aria che tira, potrebbe fare un passo indietro.

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