Storie di Parkinson con le voci di Lella Costa e Claudio Bisio: la mostra a Varese

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VARESEStorie di resistenza al Parkinson, narrate dalle voci di Lella Costa e Claudio Bisio: sarà a Varese domani, sabato 11 settembre, la prima tappa della mostra fotografica parlante “NonChiamatemiMorbo”. Come ha spiegato Giangi Milesi, presidente della Confederazione Parkinson Italia, «raccontiamo la normalità di centinaia di migliaia di famiglie italiane colpite dalla malattia per fare informazione con un sorriso: così si combattono stigma e ignoranza».

Alla scoperta della vita dei protagonisti degli scatti

L’allestimento della mostra, curato gratuitamente dall’architetto Franco Achilli, prevede dei pannelli che raccontano storie di persone con il Parkinson, tra cui il giornalista Vincenzo Mollica e lo scienziato Edoardo Boncinelli, immortalate dall’obiettivo discreto di Giovanni Diffidenti.
Scaricando l’app gratuita realizzata per l’evento, sarà possibile inquadrare l’apposito codice su ogni pannello per far partire i racconti di “Mr. o Mrs. Parkinson” interpretati da Lella Costa e Claudio Bisio.
I due attori, con le loro inconfondibili voci, danno vita a una narrazione in cui è la malattia in prima persona che guida il visitatore alla scoperta della vita dei protagonisti degli scatti, dai momenti difficili alle personali strategie di resilienza che ognuno di loro ha saputo applicare nella propria quotidianità.

Una visione differente della malattia

«L’attenzione all’uso e alla scelta delle parole è il primo passo di questo progetto», ha sottolineato Milesi. «NonChiamatemiMorbo è infatti un invito rivolto a tutti a cambiare atteggiamento nei confronti della malattia, a partire dal suo stesso nome: il Parkinson non è contagioso, e allora escludiamo dal nostro vocabolario la parola “morbo”, che è solo ingannevole».
Le stime ufficiali parlano di 230-270mila persone colpite dal Parkinson in Italia: questa incertezza nei numeri è dovuta alla poca conoscenza della malattia, che convive ancora con molti stereotipi e pregiudizi, generando lo stigma verso i malati e le loro famiglie. È inoltre complesso formulare una diagnosi poiché sono molteplici i sintomi, che si manifestano intorno ai 60 anni, ma sono in aumento i casi di giovani colpiti.
La mostra è quindi l’occasione per avere una visione differente della malattia, sottolineare l’importanza della diagnosi precoce e informare i cittadini, raccontando come, anche dopo la diagnosi, le persone con Parkinson possano continuare relazioni e attività, mantenendo un elevato livello di qualità di vita.

Gli appuntamenti a Cassano, Busto e Rho

Il pubblico potrà visitare “NonChiamatemiMorbo” nei weekend dell’11 e 12 settembre nelle sale dell’associazione Varesevive. Successivamente si sposterà a Villa Oliva a Cassano Magnago il 18, 19 e 20 settembre; seguiranno Villa Tovaglieri a Busto Arsizio, il 25 e 26 settembre, e, infine, Villa Burba a Rho dal 2 al 3 ottobre. Tutte le date sono ad ingresso gratuito, previa registrazione sul sito nonchiamatemimorbo.info/prenotazioni. Le mostre, che richiedono l’utilizzo di telefono cellulare e auricolari, saranno accessibili dalle 10 alle 18.30 con esibizione del green pass. Il progetto culturale è promosso dalla Confederazione Parkinson Italia in collaborazione con le associazioni Parkinson Insubria di Varese, di Cassano Magnago e di Groane, l’associazione WoodinStock e lo studio legale A&A di Busto Arsizio, fortemente attivo nell’ambito sociale e culturale.

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