Presunti insulti omofobi a un paziente: medico varesotto sotto accusa

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VARESE – Primario inveisce sul paziente sedato: «Non è giusto perdere tempo per curare questi fr***». Medico accusato di omofobia. Arcigay Varese: «Plauso a chi non è rimasto indifferente». E’ accaduto in ospedale del Varesotto in capo all’Asst dei Sette Laghi: l’ordine dei medici ha aperto un procedimento e sta ora vagliando la posizione del professionista e ricostruendo l’accaduto.

Procedimento disciplinare

«Non è giusto che in questo periodo di emergenza io debba perdere tempo per operare questi f***». Queste le parole che avrebbe utilizzato un primario di un ospedale della provincia di Varese, inveendo per l’omosessualità di un paziente sedato durante un intervento chirurgico. Così riporta sul proprio profilo Facebook Giovanni Boschini, presidente di Arcigay Varese. La notizia è stata riportata da TGR Rai Lombardia.

Esposto dai testimoni

Stando a quanto scrive Boschini: «Un collega medico, presente in sala operatoria, ha quindi chiesto stupito al primario se avesse qualcosa contro gli omosessuali. Il primario ha reagito chiedendo al collega di lasciare la sala operatoria e l’intervento si è concluso in fretta». I testimoni dell’episodio hanno presentato un esposto che ha portato alla sospensione del primario. La notizia è stata confermata a Arcigay Varese, che la riporta, dall’ordine dei medici della Provincia di Varese che ha aperto un procedimento disciplinare. L’episodio è accaduto il 25 marzo, in pieno periodo da emergenza Covid.

Grazie a chi non è rimasto indifferente

«Vogliamo ringraziare chi ha effettuato l’esposto e non è rimasto indifferente davanti all’ennesimo intollerabile atto di omofobia- dichiara Giovanni Boschini, presidente Arcigay Varese – Al paziente coinvolto va tutta la nostra solidarietà». Boschini prosegue: «Proprio in questi giorni è stata depositata una legge contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale che ha lo scopo di porre un argine ai sempre più crescenti atti di omofobia nel nostro Paese, che spesso rimangono sommersi e non vengono denunciati. Oltre alle sanzioni sarebbe utile anche avviare un percorso formativo e per questo ci rendiamo disponibili a collaborare con l’azienda ospedaliera per percorsi di educazione alle diversità, affinché a nessun altro paziente possa capitare nuovamente una disavventura simile. Nel frattempo, rimaniamo piacevolmente stupiti dal senso civico delle persone che hanno assistito all’episodio e non hanno esitato a effettuare l’esposto».

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