Busto, Lega e commercianti all’attacco sulla Tari: sovrattassa camuffata e disagi

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BUSTO ARSIZIO – Scoppia il caso Tari a Palazzo Gilardoni. Dopo Verga, consigliera del Pd che aveva già posto in consiglio tutta una serie di perplessità, a rincarare la dose è ora il segretario cittadino della Lega Francesco Speroni. Che pungola anche il sindaco Emanuele Antonelli: «Così non va. La Lega, se gli altri partiti di maggioranza sono d’accordo, ma soprattutto se lo sarà il sindaco visto che le modifiche sono state fatte quando aveva le deleghe ai Tributi, chiederà di porre rimedio a tutta una serie di complicazioni. Che hanno pure un costo per il cittadino».

Il balzello nascosto

«Questa mattina ho provato a pagare la Tari – spiega Speroni – e la cosa non è certo stata semplice. In più mi sono trovato la sorpresa della commissione di 1 euro e 30 sul pagamento. Non poco, soprattutto per chi decide di saldare il dovuto a rate. Insomma, se un cittadino deve versare 90 euro di Tari in 3 rate, si ritrova a dover tirar fuori quasi 4 euro di commissioni, ovvero il 5% in più della somma». E, come aggiunge il segretario del Carroccio, «senza che questa cosa della commissione sia specificata da nessuna parte sul documento che arriva a casa».

«Dio ce ne scampi»

Ma non è solo il balzello nascosto a stare sullo stomaco alla Lega. «Non è nemmeno chiaro dove si può pagare. In banca, c’è scritto. Ma non in tutte: io ho dovuto girare ben quattro istituti di credito. E solo all’ultimo ho potuto pagare, ma perché sono un correntista. Dico questo poiché sono molti i cittadini che non hanno la dimestichezza con gli strumenti informatici. E per questi i problemi non sono pochi. Insomma, se hanno pensato a questo nuovo metodo di pagamento per aiutare i cittadini, Dio ce ne scampi».

Problemi posti anche dai dem

Metodi e luoghi di pagamento poco chiari e balzello camuffato sono stati proprio i temi posti sul tavolo anche dalla consigliera del Pd Valentina Verga durante l’ultimo consiglio. Liquidati dall’assessore al Bilancio Paola Magugliani, la quale ha spiegato che restano in vigore anche i vecchi sistemi di pagamento e chi vuole può ancora ritirare in Comune l’F24. Motivazione che però, a quanto pare, non basta alla Lega: «Tutti questi disagi per pagare una tassa sono inaccettabili per Busto Arsizio – dice Speroni – . Credo che si debba porre rimedio e come Lega ci muoveremo. L’auspicio è che anche le altre componenti di maggioranza siano d’accordo e la pensi così soprattutto il sindaco, visto che queste modifiche sono state apportate quando era lui ad avere in mano le deleghe ai tributi».

Tari, ma quanto mi costi?

Si scrive Tari, ma per i commercianti si legge “mazzata”. La tassa comunale sui rifiuti, che per chi apre bottega viene calcolata sulla base della superficie commerciale. E per molti commercianti è un vero e proprio salasso, non certo giustificato dalla produzione reale di scarti e pattume. “Il quantitativo di rifiuti non si può certo calcolare solo sulla base della grandezza di un negozio o di un’attività”, lamenta più di un commerciante. “Non solo: non è detto che produciamo la stessa quantità di pattume tutti i giorni. Eppure con la cifra che dobbiamo versare, se la si divide per 12 mesi, vien fuori quasi lo stipendio di un dipendente. Così non si può andare avanti».

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