Cavaria, il sindaco leghista: «Pronti ad accogliere gli afgani in fuga»

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CAVARIA CON PREMEZZO – Da giorni non si parla d’altro che della difficile situazione in Afghanistan. I talebani hanno preso la capitale Kabul, facendo cadere il governo. Il risultato è un numero elevatissimo di persone che in ogni modo – anche con un epilogo tragico – si sono date alla fuga per cercare libertà in Occidente. Ma mentre il mondo si spacca sulla questione accoglienze, c’è chi, nel suo piccolo, allunga una mano e dice «noi ci siamo». Lo ha fatto anche il sindaco di Cavaria con Premezzo, Franco Zeni (Lega), con una lettera indirizzata alla prefettura di Varese. «Comunico la disponibilità di accogliere una famiglia da inserire nella nostra comunità», scrive. «Ritengo sia la base della società e quindi del sistema democratico tanto sospirato dal quel popolo».

Il rispetto dei diritti umanitari

Cavaria sceglie di non tirare su un muro. Ma apre le porte e si dice pronta ad accogliere chi rifiuta di vivere nella paura di una dittatura, in favore di una nuova vita. La buona convivenza del paese con le altre etnie è già stata dimostrata lo scorso maggio, quando i vertici dell’Associazione Provinciale Pakistani Varesini hanno premiata il primo cittadino leghista per il sostegno, la collaborazione e l’aiuto, in particolare per l’organizzazione della Festa dell’indipendenza pakistana, che si celebra ogni 14 agosto, giorno della fine della sudditanza dalla Gran Bretagna.
Ora questa nuova scelta, che nasce «dall’emergenza che stiamo vivendo, con l’abbandono delle terre afghane da parte dei contingenti occidentali, dopo vent’anni di tentativi per instaurare una democrazia». Ma anche in considerando «il rispetto dei diritti umanitari, per altro sanciti, oltre che da trattati internazionali, anche dalla nostra Costituzione».

Il salvataggio oltre la sicurezza

A dare ancora più valore a questa scelta, la carriera professionale del primo cittadino e la sua «impronta umanitaria». Frutto di quarant’anni di servizio nel corpo nazionale dei vigili del fuoco. Ed è stato proprio questo passato di lavoro a insegnare che «il salvataggio e il rispetto della vita umana vanno oltre la propria sicurezza». Un modo, questo, per mettere nero su bianco che ognuno, nel suo piccolo, può fare la sua parte per restituire una vita a chi oggi l’ha persa.

L’integrazione di Cavaria: i pakistani premiano il sindaco leghista Zeni

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