Il nuovo direttore dell’Ats Gutierrez: «Massima attenzione alle cronicità»

direttore ats gutierrez

VARESE – Nato e cresciuto, professionalmente, nell’azienda sanitaria territoriale. Nel corso della sua carriera ha vissuto tutti i passaggi di quella che oggi è l’Ats Insubria: dall’Usl all’Asl. La direzione generale di Lucas Maria Gutierrez parte con questo “vantaggio”, che il nuovo dg però ama definire «valore aggiunto», nell’affrontare una serie di sfide impegnative per l’organizzazione della sanità territoriale. «Vero – dice Gutierrez – non ho certo problemi di ambientamento. Posso lavorare con persone che reputo essere più dei colleghi che collaboratori. Inoltre ho un forte legame sia con l’Azienda, sia con il territorio».

Gutierrez, lei conosce molto bene sia la struttura dell’Ats, sia il territorio. Insomma ha un quadro generale della situazione molto approfondito. Quali sono le sfide più immediate che è chiamato ad affrontare?
«La tematica dei servizi sanitari in generale è in continua evoluzione. Credo però che una delle priorità sarà dedicare grande attenzione all’assistenza della cronicità. E non potrebbe essere diversamente, proprio sulla base di come negli anni è cambiata la popolazione. Non lo scopro certo io, ma oggi l’aspettativa di vita è cresciuta. Si vive più a lungo, insomma. E questo è certamente una cosa positiva. Che pone però il tema della cronicità».

Come intende affrontarla?
«Grande attenzione al territorio. Sia in termini di rete di offerta, sia di ascolto delle esigenze. Oggi il cambio della popolazione non è solo legato all’età anagrafica, ma anche ai bisogni, che sono sempre più trasversali. Ciò significa che non possiamo più ragionare per compartimenti stagni. In parole più chiare per dare le risposte giuste al bisogno è indispensabile lavorare in rete. Anzi connettere tra loro, ancor di più, le reti esistenti».

Come si traduce nel concreto il consolidamento delle reti già presenti sul territorio e che, seppur con compiti e ruoli differenti, possono dare il proprio contributo nel formulare risposte efficaci alle crescenti richieste di salute?
«Sul nostro territorio la rete socio-sanitaria e assistenziale è ben differenziata e, direi, anche integrata. Nel senso che già opera in sinergia. Ecco io lavorerò per rafforzare questa integrazione. Come? Partendo dai presidi ospedalieri presenti. Ho già avuto modo di incontrare e conoscere, per quanto riguarda la nostra provincia, i due nuovi direttori generali dell’Asst Sette Laghi e dell’Asst Valle Olona. Avrò la fortuna di lavorare con profili professionali di altissimo livello e, dai primi colloqui avuti, posso dire che ci sono le basi per farlo bene. Ma questo non sarebbe sufficiente».

Che altro?
«Per l’Ats la conoscenza del territorio, ma anche della popolazione è di fondamentale importanza. Per tale motivo in questa rete non mancheranno i sindaci. Sono loro che con il quotidiano lavoro di amministrazione hanno un quadro ben preciso della situazione dei loro territori, dei servizi attivi, ma anche delle necessità. Ats ha sempre lavorato e dialogato con gli organi che rappresentano gli amministratori locali. Ecco bisogna proseguire con ancor maggior intensità seguendo il solco tracciato. E senza dimenticare il fondamentale mondo dell’associazionismo e del terzo settore. Ognuno può e deve dare il proprio contributo».

Insomma, l’altra grande sfida che l’attende è quella di integrare a 360° il sistema?
«Certo. E nel contempo garantire una continuità assistenziale tra le prestazioni ospedaliere, le Rsa e senza trascurare la programmazione dei singoli Comuni. Sempre tenendo conto della priorità di cui ho parlato all’inizio, ovvero quella della cronicità».

Non mancheranno le difficoltà. E tra queste, non di poco conto, le problematiche da risolvere che affliggono gli ospedali di Busto e Gallarate, due presidi interessati anche dall’importante progetto dell’ospedale unico.
«Le difficoltà ci sono, ma abbiamo anche iniziato ad affrontarle, come emerso dagli incontri con il direttore generale dell’Asst Valle Olona Eugenio Porfido. Ma anche nella parte Nord del territorio non mancano le situazioni delicate da affrontare. Una di queste, ad esempio, è quella di completare l’integrazione del conseguente passaggio dell’ospedale di Angera dall’Asst Valle Olona a quella dei Sette laghi».

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