FAGNANO OLONA – Via le bandiere e giù la serranda: la sede della Lega nord chiude i battenti. O almeno così sembra. Poiché anche diversi leghisti fagnanesi si dicono stupiti della situazione. Confidano di non saper nulla e di non essere stati informati di traslochi in corso o di chiusura della sede. Anzi c’è chi rivela la propria sorpresa: «Me ne sono accorto solo perché ci sono passato davanti».
Addio sede?
I manifesti del Carroccio in vetrina e le bandiere della Lega erano ormai un punto fisso di via Dante Alighieri. Ma da qualche giorno non ci sono più. E l’assenza dei vessilli partitici hanno subito suscitato la curiosità della politica fagnanese, leghisti compresi. Chi più chi meno, tutti sorpresi. Poiché la sede del Carroccio in tutti questi anni è sempre stato un punto di riferimento. E spesso anche bersaglio di assalti vandalici: devastazioni interne, muri imbrattati e nelle ultime settimane, dopo la questione delle utenze chiuse, di gesti ironici.
Una pausa in vista del cambio
A spiegare il motivo per cui sono state tolte le bandiere è il segretario cittadino Fausto Bossi, il quale smentisce le voci che parlano di una chiusura definitiva. «Non c’è nulla di strano. Abbiamo chiuso i contratti intestati alla Lega Nord e non siamo ancora riusciti ad attivare i nuovi che dovremmo intestare alla Lega Salvini Premier. Inoltre stiamo cercando di capire se la proprietaria dell’immobile è intenzionata a sistemare il locale e renderlo idoneo all’affitto. Ad ogni modo, anche senza sede, continueremo a lavorare sul territorio e fare attività politica. Certo stiamo anche valutando la possibilità di trovare una nuova sede».
Non la raccontano giusta
Bossi poi smentisce i leghisti che dicono di non essere stati informati per tempo di chiusura e trasloco: «Qui ogni volta è sempre la stessa storia. Anche chi sa le cose dice di non essere informato. Mi fermo qui e non commento oltre. Preferisco continuare a lavorare per Fagnano e a sostegno del sindaco». Rimpasto compreso? «Alt. Non entro nel merito: è tutto nelle mani del primo cittadino».