Fuga dei medici dagli ospedali di Gallarate e Busto: raffica di dimissioni

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BUSTO ARSIZIO/GALLARATE – Il problema non è nuovo, ma in queste ultime settimane, tra la fine e l’inzio dell’anno, pare abbia avuto una decisa impennata. Stiamo parlando, meglio, riparlando della fuga dei medici dai nosocomi di Busto Arsizio e Gallarate, una sorta di fuggi fuggi a suon di dimissioni, soprattutto a dicembre. Così che la questione assuma carattere di vera e propria emergenza, al punto da rappresentare la grana più grossa a cui deve fare fronte il nuovo direttore generale Eugenio Porfido. E, secondo fonti ospedaliere, senza perdere neanche un minuto. Sì, perché molti sanitari hanno già abbandonato il campo per altri lidi, possibilmente Legnano, mentre molti altri (siamo nell’ordine delle decine) hanno presentato domanda di dimissioni e si preparano a lasciare il posto di lavoro. Senza dimenticare coloro i quali sono andati in pensione di recente.

I motivi dell’esodo

Perché i medici se ne vanno da Busto Arsizio e Gallarate? “Per i turni massacranti e per la mancanza di certezze per il futuro” afferma qualcuno dei diretti interessati. Turni massacranti dovuti soprattutto alle carenze di organici nei pronto soccorso degli ospedali dell’Asst, con Gallarate e Busto Arsizio c’è anche Saronno. Ragion per cui si “pesca” dai reparti, peraltro già sguarniti per conto loro. Dal reparto si va in servizio al pronto soccorso, soprattutto nelle ore notturne, quelle più a rischio e più faticose. Una situazione che doveva essere momentanea, “per superare l’emergenza”, ma che sembra sia diventata norma, quanto meno con la passata gestione dell’Asst.
Alla direzione generale si era chiesto più volte di sopperire con assunzioni in deroga, rivolgendosi anche a cooperative di medici come hanno fatto altre aziende ospedaliere. Richieste a quanto pare cadute nel vuoto, con la conseguenza dell’esodo registrato in questi ultimi tempi.

Assistenza a rischio

E’scontato che in un simile contesto siano in pericolo anche l’efficienza e la funzionalità delle cure e dell’assistenza più in generale. Certo, la professionalità di medici e paramedici non si discute, ma dagli stessi operatori arrivano indicazioni sui rischi che tutto ciò comporterebbe. Vero? Falso? Di sicuro c’è la sgradevole sensazione che, specialmente per il Sant’Antonio Abate di Gallarate, sia in atto un progressivo impoverimento delle strutture e delle prestazioni. Nell’attesa che arrivi l’ipotizzato ospedale unico, considerato la panacea di tutti i guai, bisogna comunque far fronte all’esistente. Un impegno alla luce delle notizie in circolazione, che stanno generando un clima di sfiducia che non fa bene alla Sanità del territorio.

 

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