Il Comitato Rho-Parabiago al governo: «Annullare la Via sul potenziamento»

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PARABIAGO – Il ministero dell’Ambiente deve non solo aggiornare la valutazione di impatto ambientale sul potenziamento ferroviario della tratta Rho-Parabiago, ma «annullarla totalmente». È quanto chiede in una nota diffusa oggi, mercoledì 16 giugno, il comitato dei residenti lungo la tratta, che ha inviato le proprie osservazioni al ministero con le firme di più di 600 cittadini raccolte in soli due giorni.

Le osservazioni sono state trasmesse nell’ambito della procedura di aggiornamento della Valutazione di impatto ambientale (Via) che è stata avviata dal ministero dell’Ambiente a seguito della ripresentazione del progetto (in alto) da parte di Rfi-Rete ferroviaria italiana. «Per il ministero e per Rfi – osserva il comitato – questo aggiornamento della procedura di Via è una mera formalità, in quanto si tratta semplicemente di avallare le ultime modifiche progettuali aggiornando una procedura su cui nel 2014 il ministero dell’Ambiente aveva già dato un parere positivo. In realtà, però, il parere del 2014 era fortemente viziato, in quanto risultava copiato dal parere di Regione Lombardia (proponente del progetto) e non teneva realmente conto degli impatti ambientali: impatti che lo stesso ministero aveva ben evidenziato nel 2004, sottolineando le forti criticità dell’ampliamento della tratta, anche solo con un terzo binario, relativamente a rumore, vibrazioni e paesaggio».

«Il ministero dell’Ambiente si è contraddetto»

A detta del comitato, insomma, lo stesso ministero «si è “dimenticato” delle forti criticità ambientali e ha approvato un progetto che aveva precedentemente giudicato non realizzabile proprio per gli impatti eccessivi sul territorio. Dimenticanza grave, tanto più da parte di un’autorità deputata alla tutela ambientale del territorio. Se si considera poi che la commissione del ministero dell’Ambiente che ha espresso il parere positivo nel 2014 era stata oggetto di un esposto per sospetti conflitti di interesse, e che è stata completamente sostituita dal ministro Costa nel 2019, vi sono altri buoni motivi per chiedere al ministero  di annullare il parere precedente e di riconsiderare le criticità complessive di tutto il progetto e non solo degli ultimi aggiornamenti, che non vanno peraltro a migliorare gli impatti ambientali, ma anzi li peggiorano ulteriormente, aumentando le aree di cantiere da 25 a 31 e il relativo consumo di suolo sino a 307.000 mq.

«Speriamo – conclude il comitato dei residenti – che la nuova commissione che valuterà l’opera voglia prendere in considerazione la nostra richiesta e i suoi impatti ambientali in maniera obiettiva, bloccando il progetto».

Le osservazioni mosse dai residenti

Nelle 8 pagine di osservazioni mosse dal comitato, si ricordano: gli impatti acustici e vibrazionali, «con conseguenti ripercussioni sulla salute e sulla qualità della vita della popolazione; l’aggravio dei rischi per la sicurezza, in relazione al contesto urbanizzato strettamente adiacente alla ferrovia, nonché alla presenza di stabilimenti a rischio di incidente rilevante; gli impatti paesaggistici, il consumo di suolo e la frammentazione territoriale ed ecologica, con conseguenti ripercussioni sulla biodiversità e sul contesto territoriale; gli impatti sui beni di importanza storico-culturale, che saranno demoliti; gli impatti sociali, in relazione alla demolizione di 35 abitazioni, ai numerosi espropri e al degrado del contesto abitativo». Tali impatti derivano dal fatto che «l’opera è palesemente sovradimensionata rispetto al corridoio ferroviario a disposizione, un corridoio fisicamente molto ristretto nell’ambito di un contesto fortemente urbanizzato».

Ad essi si aggiungono quelli determinati dalla tipologia di barriere fonoassorbenti prevista dal progetto, giudicata «assolutamente inaccettabile, in quanto fortemente impattante sotto vari profili: dal punto di vista della qualità abitativa, in termini di deterioramento delle condizioni di visuale, luminosità, aerazione e raffrescamento naturale delle abitazioni adiacenti alle barriere; dal punto di vista paesaggistico, in termini di deturpamento paesaggistico, frattura territoriale, interruzione della continuità urbanistica e visiva; dal punto di vista ecologico, in quanto costituiscono una drastica frattura della continuità ecologica con interruzione di corridoi utilizzati per il passaggio della fauna. Inoltre, nel progetto definitivo del 2013 erano previste barriere fonoassorbenti sia verticali che inclinate, mentre nell’attuale progetto aggiornato vengono previste solo barriere verticali, “in considerazione dei ridotti spazi a disposizione” (SIA 2021), con conseguente ulteriore aggravio degli impatti determinati dall’altezza delle barriere (sino a 7,5 m) e dalla loro estrema vicinanza alle abitazioni».

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