Italia europea: benissimo il Napoli, bene la Juve, maluccio l’Inter, malissimo l’Atalanta

Champions agrodolce per le squadre italiane. Benissimo il Napoli, bene la Juve, maluccio l’Inter, malissimo l’Atalanta. Per certi versi l’Europa ha cambiato le carte in tavola del campionato. L’Inter ad esempio ha dimostrato di essere ancora un cantiere in evoluzione. Per lunghi tratti lo Slavia Praga (1-1) ha dominato a San Siro giocando una gara di grande coraggio e qualità. In Europa si gioca così e se vuoi essere sparagnino allora il rischio di andare a casa anzitempo è dietro l’angolo, come pure la possibilità di fare una brutta figura contro un’avversaria modesta che però aveva ben in testa il programma partita. Palla a terra, palleggio sfrontato e molto naturale. Inter, invece, impacciata soprattutto a metacampo dove probabilmente manca un uomo di grande spessore internazionale. Ma questo già si sapeva. Gli ospiti avrebbero meritato di vincere una partita che l’Inter ha ripreso nel recupero solo grazie alla forza dei nervi. Per il resto poche idee e zero divertimento. In Italia forse può bastare, in Champions no. Bello, sfavillante il Napoli di Ancelotti, anche se sulla grande vittoria contro il Liverpool campione d’Italia, pesa il rigore generoso assegnato per un “tuffo” di Callejon. Per il resto i partenopei hanno giocato una grande gara, rendendo più piccoli gli uomini di Klopp e dando la sensazione di avere ormai una mentalità europea molto consolidata, frutto ormai di una lunghissima frequentazione ai piani nobili d’Europa. Molte bene anche la Juve: sul piano del gioco il secondo tempo è stato straordinario per lunghi tratti. Palleggio sciolto e dominio del campo fino alla fine. Lo ha fatto su un campo molto complicato, quello dell’Atletico di Madrid, squadra molto forte anche se rinnovata in alcuni uomini. Il Cholo ha cambiato pelle al “Colchoneros” ma le insidie non mancano mai per chi lo affronta. La Juve con piglio ha dato un bel segnale: il calcio di Sarri sta arrivando, anche se il primo gol strepitoso di Cuadrado è stato più che altro una vecchia reminiscenza contropiedista dell’ex Max Allegri. Più attenzione alle palle inattive, ma per il resto il percorso europeo ha dato una dimensione nuova alla Juve. Tonfo molto pesante per l’Atalanta di Gasperini: i bergamaschi hanno pagato l’inesperienza, ma anche la non perfetta condizione fisica, al cospetto di una squadra più pronta e più forte. Chi si chiede, tra le tifoserie escluse, con tono un po’ rosicone il motivo per cui l’Atalanta è in Champions, è bene ricordare una cosa semplice: per entrarci basta arrivare quarta e la Dea con il suo terzo posto sta dove merita di giocare.

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