L’eredità della delocalizzazione attorno a Malpensa

di Guido Colombo

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Lo scorso 20 febbraio al Pirellone sono stati presentati i risultati finali della delocalizzazione nell’Ambito dell’Accordo Quadro Malpensa 2000.

Innanzitutto un ringraziamento all’architetto Maurizio Federici, responsabile per la regione dell’attuazione dell’Accordo Quadro, e alla sua collaboratrice Sandra Zappella. Senza di loro non saremmo qui a parlare dei risultati della delocalizzaione. Un grazie anche alla politica regionale e all’ex assessore Viviana Beccalossi, che ha sostenuto, condiviso ed aiutato l’azione proposta dai sindaci.

Ricordo che di fronte alla sfacelo e all’abbandono delle case delocalizzate, ai continui furti, agli atti vandalici, alle occupazioni abusive, nonché alla nostra volontà di procedere alla demolizione degli immobili, non contemplata nell’iniziale Accordo di Programma Quadro Malpensa 2000, in quell’inizio d’anno del 2014, ci venne in aiuto una frase di un filosofo politico Hannah Arendt, sostenitore della verificare dello svolgersi di fenomeni futuri, attraverso l’unica condizione per conoscerli e risolverli che è quella di provare a metterli in pratica. Casa che abbiamo fatto, con ottimi risultati.

Così in data 23 giugno 2014, fu sottoscritto l’impegno alla demolizione tra Regione Lombardia, i comuni delocalizzati, Finlombarda ed Aler Varese, con l’obiettivo di eliminare il degrado urbano delle aree delocalizzate attraverso la rinaturalizzazione dei luoghi in aree verdi, una rigenerazione urbana anti-litteram, nell’attesa della definizione pianistica dell’intorno aeroportuale di Malpensa.

La delocalizzazione, per legge, prende avvio nell’intorno aeroportuale di Malpensa nell’anno 2001 con una adesione di 288 unità immobiliari, per riaprirsi successivamente nel 2007 per altre 248 unità immobiliari, distribuite in 266 immobili tra i comuni di Lonate Pozzolo, Somma Lombardo e Ferno.

La demolizione ha lavorato in due fasi sul 76% degli immobili delocalizzati. La prima gennaio-maggio 2015 con la demolizione di 101 immobili per un volume di 174.000 mc. per un importo di 3.900.000 euro; la seconda agosto 2017–gennaio 2018, con la demolizione di 102 immobili per un volume di 174.500 mc. e per un importo di 3.900.000 euro. Per una divisione territoriale degli immobili risultano così ripartita: Lonate Pozzolo  97, Somma Lombardo 80 edifici e Ferno 26.

La demolizione è stata un grande momento di sperimentazione sia per le innovative procedure amministrative messe in atto da Regione Lombardia e da Aler, compresa l’azione di supporto data dalla Prefettura per le attività di controllo antimafia, sia per la progettazione degli interventi di demolizione ed a caduta nella stessa cantieristica, che con l’uso delle buone pratiche, ha visto più del 95% dei materiali di risulta riciclati, definendo alla fine un patrimonio di conoscenze tecniche-metodologiche e di costi, a disposizione di tutti per interventi di demolizione e rigenerazione ad aree a verde, tra l’altro previsti anche dalla legge regionale lombarda sul consumo del suolo.

Per ogni fabbricato si è operato mediante l’accantieramento con l’apprestamento delle opere provvisionali; con le bonifiche e cioè la rimozione dei materiali contenenti amianto, lane minerali, cisterne interrate con idrocarburi ecc.; con lo strip-out, cioè la rimozione selettiva differenziata di tutti i materiali presenti non edili e infine con la frantumazione primaria.

In particolare, il materiale inerte derivante dalla demolizione è stato frantumato in loco per circa 140.000 mc. dando vita a quella materia prima secondaria che è stata totalmente utilizzata in loco per il riempimento degli scavi, dei volumi interrati degli edifici demoliti, per la modellazione finale delle aree, per poi procedere con la stesura di terra di coltivo, semina a prato e piantumazione del verde.

Case Nuove è stata nell’ambito della delocalizzazione un grande luogo di sperimentazione, e quindi quell’acronimo delle 3T – Tecnologia – Talento e Tolleranza – inserito nel documento di piano del Pgt vigente, anno 2013, ha concretizzato quanto di fatto si è sperimentato nel campo del controllo del rumore prodotto dagli aeromobili, nel campo dei prodotti innovativi per la riqualificazione acustica e termica degli edifici e nel campo della formazione di professionale con l’Itsa.

Ora, questa nostra area che si pone come Giano bifronte nel rapporto tra la Provincia e il suo Aeroporto, aspetta dalla politica azioni progettuali di rilancio  mediante la composizione degli interessi multipli, dando corpo a una inevitabile connessione tra le intelligenze tecniche e politiche che possano progettarlo.

Guido Colombo
(Sindaco di Somma Lombardo dal 2005 al 2015)