M24 Tv – Due anni di pandemia. Il Covid non fa più paura, ma non è sconfitto

Dalla Gasperina, ricercatrice dell’Insubria e medico - coordinatore dell’Attività clinica Hub Covid - Asst Sette Laghi

LONATE POZZOLO – Da Codogno, 20 febbraio 2020 (la data che ha segnato ufficialmente l’inizio della pandemia), a oggi. Già proiettati al 31 marzo 2022, giorno in cui finirà lo stato d’emergenza. Nel mezzo due anni esatti che ci hanno cambiato la vita. E a parlare della pandemia, di come il sistema sanitario si è organizzato, ma anche di cosa è accaduto nei reparti Covid, dell’efficacia dei vaccini e dei risultati di un’importante ricerca condotta da un team di ricercatori dell’Università dell’Insubria, è Daniela Dalla Gasperina, ricercatrice dell’Insubria e medico – coordinatore dell’Attività clinica dell’Hub Covid dell’Asst Sette Laghi.

Dal paura alla reazione: le risposte del sistema sanitario

Daniela Dalla Gasperina, ospite della puntata di approfondimento di Malpensa24 Tv, ha ripercorso i momenti cruciali dei due anni di pandemia. Approfondendo da un lato gli aspetti medico-sanitari, dall’altro raccontando anche l’aspetto più umano che, nei reparti, e nelle differenti fasi della corsa del virus, è “venuto fuori” diventando spesso un elemento importante soprattutto nel rapporto con i pazienti.

Ma non solo. Nel corso dell’intervista il medico ricercatore ci ha riportato idealmente nei reparti e ha spiegato come anche l’approccio dei pazienti al personale sia cambiato nel corso di questi due anni. «All’inizio eravamo gli eroi – ha ricordato Dalla Gasperina – poi nella seconda ondata in tanti ci dicevamo: “Ma come è possibile che non ci sia una cura”. E poi il rapporto più difficile con chi, ricoverato, non è vaccinato per scelta».

Infine l’importanza dei vaccini, che ha permesso «non di azzerare i contagi, ma di evitare che gli effetti della variante Omicron fossero devastanti»; la ricerca condotta dal team di ricercatori dell’Insubria e un avvertimento. «Attenzione, oggi il Covid fa meno paura, ma il virus non sparirà con la fine dell’emergenza. Bisognerà ancora studiarlo e prestare attenzione». Insomma, torniamo tutti a vivere, ma senza dimenticare quanto abbiamo passato da Codogno a oggi.

L’intervista integrale: