Samuele Martorana
Ennesima sconfitta e ora la situazione si fa complicata. Partiamo dalla fine: siamo riusciti nell’impresa di perdere contro una squadra che non aveva mai vinto tra le mura amiche in questa stagione, abbiamo regalato 3 punti a una diretta concorrente e abbiamo lasciato che le altre squadre in corsa per la salvezza abbiamo potuto accorciare ancora di più il divario che ci divideva. Detto ciò cos’altro aggiungere? A parziale scusante il Parma può recriminare per le tante assenze, praticamente la metà della squadra era indisponibile e nessun attaccante titolare era in campo. Ma aldilà di questo non ci si può nascondere dietro un dito: bisognava quantomeno portare a casa un pareggio, occorreva tirare fuori la grinta e l’orgoglio. Tre a mio avviso i principali problemi di questa squadra: il primo la mancanza di alternative valide all’altezza dei titolari, non appena vengono a mancare 2-3 giocatori chiave chi subentra non è assolutamente pronto. Colpa anche del mercato fatto di prestiti e acquisti a parametro zero che non sempre possono rivelarsi azzeccati come ad esempio con Gervinho e Bruno Alves. Il secondo la preparazione atletica: non riusciamo praticamente mai a giocare 2 partite consecutive con la formazione tipo, ci sono infortuni continui che destabilizzano per forza di cose l’assetto della squadra. Ultimo, ma non per importanza, la pochezza del gioco di D’Aversa. Il mister delle due promozioni consecutive, dei due derby vinti e del super girone di andata, non è mai riuscito a insegnare calcio, a dare un briciolo di gioco a un Parma che vive di fiammate dei singoli, arroccato in difesa sperando in chissà cosa. È il mio primo sfogo stagionale, ma una squadra che è stata a lunghi tratti a metà classifica non può buttare tutto nell’immondizia.