SESTO CALENDE – In occasione dell’avvicinarsi della festa della donna, Elena Pedretti di Insieme per Sesto ha fatto una ricerca nella toponomastica sestese, scoprendo che il 90% e oltre delle vie e delle piazze sono dedicate a uomini. «Eppure di donne celebri nella storia, anche recente, ce ne sono», dice il gruppo di opposizione, chiedendo attraverso una nota diffusa dalla coordinatrice Barbara Mercalli di celebrare l’8 marzo invertendo la rotta. «La toponomastica di Sesto, ma non solo, è ancora troppo maschilista, dando ancora eccessivo spazio ai grandi uomini della storia e dimenticando le grandi donne».
Le grandi donne
Eppure donne a cui intitolare una via, una strada o una piazza ce ne sarebbero moltissime. «Pensiamo, per esempio, alle donne della Costituente, alle tante scienziate che hanno dato contributi importanti allo sviluppo del nostro Paese e del mondo, alle eroine della storia, alle scrittrici, alle artiste, alle imprenditrici, alle esploratrici», spiega Insieme per Sesto. «Non esiste ambito in cui le donne non si siano cimentate. Ma la toponomastica e la narrazione pubblica ricordano solo i grandi uomini della storia. Crediamo che le donne debbano uscire da questo oblio».
Basta mimose
Secondo il gruppo di opposizione è giunto il momento di smetterla con la retorica dell’8 marzo in cui si celebra la donna regalandole un mazzo di mimose e relegandola il resto dell’anno a ruoli subalterni. «Dedichiamole strade, palazzi, monumenti se è già passata alla storia. E se è invece vostra moglie, figlia, collega, dipendente, o voi uomini, fate in modo che abbia le vostre stesse opportunità, a cominciare dalla parità dei diritti e del salario. Per questo 8 marzo ormai siamo in ritardo, ma per i prossimi chiediamo che si riconsideri la toponomastica delle città, a partire dalla nostra Sesto, pensando a qualche nome di donna. E che sia un luogo non troppo decentrato».