Te Deum per la pace, il Prevosto di Busto alla politica: «Realismo e responsabilità»

BUSTO ARSIZIO – Un Te Deum per la pace, quello pronunciato da monsignor Severino Pagani nell’omelia della Messa di San Silvestro nella Basilica di San Giovanni. Pace in tutte le sue sfumature: da quella nel cuore di ciascuno a quella nelle famiglie e nelle relazioni, da quella nelle comunità parrocchiali fino alla pace sociale e alla pace nel mondo. Tutto si tiene, nel discorso del fine teologo Severino Pagani: «La pace nel mondo parte dal nostro cuore e non esiste nessuna vera esperienza religiosa che non sia a favore dell’umano».

Pace nelle famiglie e nelle parrocchie

Nella Messa solenne del Te Deum don Severino trova «il senso di una famiglia che condivide la fede nella stessa città». Ma traccia il “bilancio” di quello che è stato «un anno di grazia ma non un anno facile». Dodici mesi in cui «siamo usciti dalla fragilità e dalla paura del Covid ma molti eventi ci hanno condotto ad uno spaesamento, quasi una dispersione dell’anima». Situazione che richiama una ricerca di «stabilità», sentimento che Monsignore vede in tanti suoi parrocchiani. «Abbiamo il cuore inquieto, abbiamo bisogno del conforto della pace». A partire dalla pace «con noi stessi». Molti individui sono «perennemente connessi eppure estranei a noi stessi. Aggressivi e stanchi, molto funzionali ma poco generativi». Con il rischio di «perdere il senso del vivere e del lavorare». Il Prevosto intravede anche «il bisogno di una pace più diffusa nelle relazioni affettive, dove spesso si verificano insanabili conflitti e dolorose separazioni». Che portano in alcuni casi a «piccole guerre per il denaro che chiudono per sempre i rapporti umani». Nelle parrocchie della città il richiamo del Decano è ad «una maggiore unità e una più intensa collaborazione». Senza dimenticare che «le persone che frequentano le chiese sono molto diminuite».

Pace sociale

E se l’anno scorso aveva fatto scalpore la “diserzione” della politica, che aveva lasciato da sola in prima fila la vicesindaco Manuela Maffioli a rappresentare ufficialmente la Città, quest’anno con la stessa Maffioli in fascia tricolore, c’erano anche la presidente del Consiglio comunale Laura Rogora, gli assessori Maurizio Artusa e Salvatore Loschiavo, e i consiglieri Orazio Tallarida e Gigi Farioli. E il Prevosto non ha rinunciato, come d’abitudine, a rivolgere un appello alla politica. Parlando di pace sociale. Che, da un lato, «ha una componente economica, che si fonda innanzitutto sulla dignità del lavoro. La possibilità lavoro dignitoso viene prima dell’assistenza sociale, che non può mancare né essere indebolita». E qui il Prevosto rivolge l’auspicio che ci siano «investimenti più cospicui e strutturati per un’assistenza sociale più organizzata e lungimirante, idonea alle sue necessità, alle sue dimensioni, al suo territorio». Dall’altro, «ha una dimensione politica – aggiunge Monsignor Pagani – ogni nostra parola chiede responsabilità e aderenza reale, che va misurata anche in rapporto alle risorse disponibili e ai problemi emergenti. Ci vuole molto realismo e tutto lo sforzo possibile». Per don Severino «è necessario diminuire le disuguaglianze e sostenere una corretta partecipazione stemperando le forme dell’ideologia, le lentezze della burocrazia e le abitudini all’inadempienza». Un “programma” su cui la politica cittadina prende appunti.

busto arsizio te deum Pagani – MALPENSA24