di Guido Colombo
Ho applaudito con entusiasmo quanto Attilio Fontana ci ha parlato della possibile accelerazione dell’autonomia della nostra regione con la formazione del governo gialloverde, durante la festa per i 30 anni della sede leghista di Somma Lombardo.
Mentre la Sua figura e la sua voce riempivano la sala, la mia mente correva al nuovo “triangolo d’oro italiano nel cuore d’Europa”, che ha come vertici le provincie di Milano, Monza, Lodi e Varese in Lombardia, Padova, Treviso e Venezia nel Veneto, Bologna, Modena e Ferrara in Emilia Romagna. Questo triangolo sarebbe la sesta nazione europea per valore aggiunto nell’industria alimentare e delle bevande, la seconda nel tessile abbigliamento, la sesta per export manifatturiero. Se consideriamo il pil aggregato è vincente su Londra, l’Ile de France e la Renania-Westfalia.
In questo “triangolo d’oro” tutti i giorni con forza, capacità e determinazione si produce e si creano posti di lavoro.
Sul decreto Di Maio ho letto le dichiarazioni di scomunica del governo gialloverde del capo degli industriali di Varese, di quello di Verona, di quello di Treviso e di Padova. La risoluta posizione del capo degli industriali della Lombardia, del segretario della Lega del Veneto.
La Lega rappresenta la parte più produttiva di questo Paese, con le sue piccole imprese, i suoi commercianti, i suoi agricoltori, i liberi professionisti, e pertanto non può sostenere una riforma del lavoro che lo irrigidisce, che rende più instabili i contratti a termine che, in un mercato così fluttuante, servono ed aiutano l’economia.
Il nostro Presidente, Attilio Fontana, persona attenta alle nostre dinamiche economiche regionali ponga la questione in sede opportuna, con la convinzione, ne sono sicuro, che la mediazione è attività politica principe sulle singole leggi, e non certamente la mediazione tra i provvedimenti, cosa che invece sta avvenendo in questo governo.