Usa, black history month

Il mese degli afroamericani viene celebrato come ogni anno a febbraio

di Emma Brumana

Il Black History Month – il mese della storia dei neri – viene celebrato durante il mese di febbraio negli Stati Uniti. Lo scopo è di promuovere gli obbiettivi raggiunti dagli afroamericani e, in generale, dagli afro-discendenti. Le sue origini risalgono al 1926. In quell’anno, un gruppo di intellettuali, tra cui lo storico Carter G. Woodson – uno dei primi afroamericani laureati a Harvard – istituirono la settimana della storia nera. L’intento era duplice: abbattere gli stereotipi razzisti e rendere gli afroamericani orgogliosi della loro storia. Gli organizzatori, inoltre, decisero di far coincidere questo evento con l’anniversario della nascita di due personaggi illustri: il presidente Abramo Lincoln e l’abolizionista Frederik Douglass.

La settimana della storia nera divenne, con il passare degli anni, una ricorrenza sempre più importante. Durante i lunghi anni Sessanta, caratterizzati da una forte rivendicazione per l’emancipazione degli afroamericani, i campus universitari estesero le celebrazioni a tutto il mese di febbraio. La prima università a compiere questo passo fu, nel 1969, la Kent State University.

Il mese della storia dei neri venne ufficialmente riconosciuto dal presidente Gerald Ford nel 1976. In occasione del bicentenario dalla Dichiarazione di Indipendenza, il presidente invitò tutti i cittadini americani a “cogliere l’opportunità di onorare le doti troppo spesso trascurate degli afroamericani”. In seguito, venne istituzionalizzato anche nel Regno Unito (1987) e in Canada (1995).

Il ruolo centrale degli afroamericani nella storia degli Stati Uniti

Oggi molti attivisti accusano il sistema scolastico tradizionale. Toppo spesso, infatti, i programmi di storia sono eurocentrici. Questa scelta porta a esaltare le conquiste degli uomini bianchi, ignorando i progressi che l’umanità ha ottenuto grazie ad altre etnie. Inoltre, il tema della schiavitù e del suo ruolo nella Guerra civile americana è sempre stato sottovalutato. Insegnati ed educatori hanno il dovere di presentare ai propri studenti il fenomeno del razzismo come prodotto della storia. L’integrazione totale è raggiungibile solamente attraverso la conoscenza del passato e il rispetto delle differenti culture. Proprio per questo, il Black History Month offre l’opportunità di ricordare, condividere e celebrare la cultura nera. Ogni anno, nel mese di febbraio, la comunità afroamericana onora quindi la sua storia, le sue abilità nel campo delle arti, delle scienze, della musica e dello sport.

Lo scorso 24 gennaio, anche la ginnasta afroamericana Nia Dennis ha celebrato la black excellence. La 21enne ha voluto, a suo modo, onorare la cultura nera.  La sua esibizione, diventata virale sui social, è stata accompagnata da un mash-up di brani di artisti afroamericani, icone della musica, come Beyoncé, Missy Elliot, Tupac e Kendrick Lamar.

Ma ci sono anche le critiche. Il Black History Month è fonte di numerosi dibattiti. Morgan Freeman ha affermato: “Non voglio un mese della storia dei neri. La storia dei neri è la storia americana.” L’attore – conosciuto in tutto il mondo – si è reso il portavoce di chi pensa che questo evento incentivi la divisione sociale.

Black History Month 2021

Il tema scelto per il 2021 è: “Black family: rappresentazione, identità e diversità”. L’obbiettivo è quello di ricordare la diaspora africana e, di conseguenza, la diffusione delle famiglie afroamericane negli Stati Uniti.

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