Voci, balle e sciocchezze. E una conferma: Maroni c’è

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Per la politica della provincia di Varese è un momentaccio, soprattutto a centrodestra. Non che a sinistra si pasteggi a champagne, ma a destra le fibrillazioni sono oramai all’ordine del giorno. In queste ore, ad esempio, un articolo di VareseNoi, giornale online, ha agitato ancora di più le acque maramaldeggiando su un possibile passo indietro di Bobo Maroni rispetto alla sua candidatura a sindaco del capoluogo. Frutto, l’articolo, di sussurri e grida attorno al fatto che le condizioni di salute dell’ex ministro ed ex governatore della Lombardia gli consiglierebbero di evitare incombenze politiche impegnative e, quindi, per lui insostenibili. Vero? Falso?

Vero che le voci, in alcuni casi le malignità, si ripetono oramai da settimane, messe in giro da chi crede di saperne sempre più dei diretti interessati, fino al punto da favorire una sorta di sciacallaggio. In questo caso non di chi (VareseNoi) ha soltanto provato a forzare giornalisticamente la mano, ma da coloro i quali, anche dentro la stessa Lega, giocano a scompaginare gli equilibri per obiettivi spesso fini a se stessi. E sono in tanti ad abboccare.

Siamo al punto che nel turbinio di notizie, interpretazioni, balle, anticipazioni e sciocchezze che caratterizza l’attuale contesto politico varesino c’è anche chi fa nomi e cognomi di possibili e al momento improbabili candidati di centrodestra in luogo di Maroni. Si parla, ad esempio, di un rappresentante della cosiddetta area dei moderati, in modo da risolvere l’impasse provinciale generata da Forza Italia e da Noi con l’Italia, che chiedono a tutta voce un loro esponente in corsa per diventare sindaco di una delle tre principali città della provincia che andranno al voto. Per Varese un nome sugli altri: Luigi Zocchi, già parlamentare leghista poi passato in quota berlusconiana. Lanciato nella mischia da chi? Diversi i sospettati, ma il nome gira, eccome se gira. Per non dimenticare Luca Marsico, il cui nome torna ogni qualvolta si parli di Palazzo Estense. Marsico protagonista di un pesce d’aprile (“Mi candido”) che è stato interpretato come un autosondaggio per saggiare il suo gradimento negli ambienti politici. Mah.

Dunque, un moderato per Palazzo Estense, così da sistemare le contorte situazioni a Gallarate e Busto Arsizio, con le ri-candidature del leghista Andrea Cassani e del meloniano Emanuele Antonelli. Busto, dove la sezione leghista gradirebbe un passo indietro proprio di Antonelli in favore di un esponente salviniano. Ma pare non ci sia trippa per gatti, anche a causa del tiepido atteggiamento proprio di Forza Italia, che a Busto perde pezzi per strada e tentenna nel prendere una posizione chiara, che favorisca la scelta di un candidato condiviso con la Lega da contrapporre al sindaco uscente. Il rischio è che, traccheggiando traccheggiando, i forzisti locali rimangano con il sedere per terra.

Intanto, da Varese, arriva la smentita di Maroni: “Resto in corsa”. Punto. Nient’altro da dire, se non il fatto che il partito fa quadrato attorno al suo nome, spegnendo subito altre velleità. Finisce qui? No, comincia qui. Se è vero che sull’ex ministro nessuno a centrodestra eccepisce, è altrettanto scontato che rimane apertissima la partita a Busto Arsizio e socchiusa a Gallarate. Città i cui quadri di riferimento potrebbero davvero mandare all’aria le storiche alleanze. Con o senza Bobo Maroni in gara.

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