Varese, a Villa Panza la fotografia è in mostra con 113 scatti di Giorgio Colombo

VARESEPiù di 100 foto dedicate all’universo della collezione Panza, dagli scatti realizzati presso la villa di Biumo fino ai “dietro le quinte” delle esposizioni curate dal conte Giuseppe Panza nei musei di mezza Europa. È stata inaugurata questa mattina, mercoledì 13 aprile, a Villa Panza a Varese la mostra “Giorgio Colombo. Fotografie dalla Collezione Panza. 1975 – 1992”. Lo stesso fotografo era presente all’inaugurazione e ha ricordato la lunga collaborazione e amicizia con la famiglia Panza.

113 fotografie in mostra

L’esposizione, organizzata dal Fai che è proprietario della dimora di Biumo, sarà visitabile fino al 25 settembre 2022 negli spazi delle scuderie di Villa Panza. Per la prima volta viene messo in mostra l’intero corpus delle centotredici fotografie scattate e stampate da Giorgio Colombo, che documentano alcuni dei lavori collezionati da Giuseppe Panza di Biumo tra gli anni Settanta e Novanta. Opere allestite a Villa Panza e in altri spazi espositivi, e che fanno parte della Collezione Panza.

Il fotografo della collezione

Giorgio Colombo, nato a Milano nel 1945, è uno dei più sensibili interpreti dell’arte attraverso la fotografia, e fu “il fotografo della collezione”, scelto personalmente da Giuseppe Panza. «Capisce l’arte contemporanea, la colleziona, ha un’attenzione quasi ossessiva per la qualità e un ordine meticoloso nella conservazione del materiale – diceva di lui il collezionista varesino – lo classifico tra gli artisti e non tra i tecnici perché è un bravissimo fotografo». Giuseppe Panza considerava la fotografia uno strumento fondamentale per la comprensione e lo studio delle opere, e di verifica degli allestimenti da lui creati. Il sodalizio instauratosi con Giorgio Colombo durò per trent’anni, che la mostra in parte ripercorre attraverso le fotografie, organizzate per nuclei corrispondenti a diversi allestimenti e appositamente disposte in un unico ordine cronologico.

Il legame con la famiglia Panza

In occasione della presentazione è stato il figlio del conte Panza, Giovanni, a ricordare il rapporto di amicizia che legava il padre con Colombo. «La nostra famiglia voleva omaggiare Giorgio e gli anni bellissimi di amicizia tra i nostri genitori e lui e sua moglie. Ricordo grandi cene fino alle 3 di notte trascorse a fare battute». Lo stesso fotografo ha parlato di Panza, ricordando i loro primi incontri in occasione di alcune mostre, da cui è nata poi una collaborazione professionale e anche una lunga amicizia. Quindi si è soffermato sulla luce delle fotografie esposte. «Questo scuro è reale – ha detto Colombo – molte di queste foto sono state scattate verso il tramonto e al loro interno c’è una metafisica data dalla luce. Siamo abituati a vedere foto molto brillanti e vedere delle fotografie così può sembrare strano, ma è questa la realtà».

Fotogrammi di una pellicola

Come fotogrammi di una pellicola, gli scatti corrono lungo le pareti delle due scuderie di Villa Panza mostrando il susseguirsi di progetti realizzati da Giuseppe Panza in grandi musei europei, da Basilea a Madrid fino a Saint-Étienne e Parigi. Le foto ritraggono opere di grandi artisti esponenti del minimalismo. L’obiettivo del collezionista e del fotografo non è solo l’opera, ma l’ambiente in cui è allestita e da cui è inscindibile. In 105 foto su 113 Colombo utilizza la sola gamma dei grigi delle stampe in bianco e nero, capaci di restituire comunque una sorprendente policromia. La mostra è anche l’occasione per approfondire la conoscenza di Giuseppe Panza anche attraverso un nucleo distinto di fotografie di carattere privato scattate per la gran parte dallo stesso Giorgio Colombo, che lo ritraggono nella quotidianità della vita in famiglia o negli incontri con artisti, curatori e critici.

Quattro incontri

Tra gli scatti è riprodotta un’opera di Jene Highstein, Single Pipe Piece, donata da Giuseppe Panza nel 1992 al Solomon R. Guggenheim Museum di New York e oggi installata in uno degli ambienti di Villa Panza. La stanza, abitualmente chiusa al pubblico, verrà eccezionalmente aperta per 16 giornate nell’arco della durata della mostra. Saranno inoltre organizzati quattro incontri collaterali con l’intento di esplorare il processo creativo e il contesto entro il quale Giorgio Colombo opera. La mostra è a cura di Anna Bernardini e Marta Spanevello ed è accompagnata dal Catalogo Magonza Editore con testi di Anna Bernardini, Giorgio Colombo e Bruno Corà. L’esposizione è aperta tutti i giorni esclusi i lunedì non festivi dalle 10 alle 18: tutte le informazioni sono sul sito di Villa Panza.

Cultura per Varese

L’evento ha il patrocinio di Regione Lombardia e Comune di Varese. «Siamo molto contenti che Villa Panza torna dopo due anni di attività ridotta ad essere un luogo internazionale di cultura – ha detto il sindaco Davide Galimberti – questa villa rappresenta un’occasione di sviluppo e di turismo per Varese». L’assessore alla cultura Enzo Laforgia ha fornito la sua impressione personale dopo la visita della mostra. «Attraverso le fotografie ho capito meglio il dialogo che c’è tra le installazioni e i luoghi che le ospitano».