Coronavirus, quegli 11 mila morti all’anno

L'influenza e la polmonite uccidono 11 mila persone all'anno solo in Italia

Ogni anno in Italia muoiono 11 mila persone di polmonite. Cioè 30 al giorno. Ma sono morti “silenziose”, a luci spente, che non destano l’attenzione dei media. La causa? I classici virus influenzali che direttamente o indirettamente, cioè per complicanze respiratorie o cardiovascolari, non sono poi così tanto meno insidiosi del Covid-19, il coronavirus proveniente dalla Cina. Senza nulla togliere, quindi, all’emergenza sanitaria mondiale in corso (gli indici di mortalità sono sicuramente preoccupanti) – emergenza che richiede il massimo sforzo per contenere l’epidemia – la questione va comunque esaminata in un contesto più ampio e generale. E quegli 11 mila morti all’anno di polmonite, solo in Italia, sono la cornice all’interno della quale devono svilupparsi riflessioni e valutazioni, per adottare comportamenti sicuramente corretti, lasciando però da parte le psicosi che, dopo i malati nel Lodigiano, cominciano a serpeggiare anche negli ambienti di lavoro.

Il dato di fatto è che il coronavirus sta circolando, anche in Italia. E ha iniziato a circolare anche quando i media ancora non ne davano notizia. Altrimenti non si spiegherebbero le infezioni registrate a partire da ieri fra Cologno, Casalpusterlengo e paesi limitrofi. Il punto è che semplicemente non lo sapevamo. E non sappiamo nemmeno che probabilmente qualcuno (forse il paziente zero) è già tranquillamente guarito dal coronavirus, come dalle altre influenze che con cadenza annuale bussano alla porta.

Ad oggi in Cina, paese con 1 miliardo di abitanti, ci sono stati 2.250 decessi in due mesi per polmonite da Covid-19. In Italia, paese con poco più di 60 milioni di abitanti, i decessi per polmonite non provocata da Covid-19 sono stati 11.000 in un anno.