A Busto tutti vogliono un assessore. Anche Malpensa24

consiglio comunale di busto

Buttiamola sul ridere. Una vignetta di Altan sull’Espresso ritrae un marinaio che chiede al comandante della nave: “Dove va il Paese?” E il comandante: “A zonzo, avanti tutta”. Sostituiamo Paese con Busto Arsizio e otterremmo lo stesso effetto, circoscritto alla città dei brusciti, ma di uguale sostanza. Dove va Busto Arsizio? A zonzo, avanti tutta.

Adesso ci diranno che siamo alle solite, che martirizziamo Palazzo Gilardoni, che così facendo non aiutiamo l’amministrazione civica, che col nostro atteggiamento confermiamo la tesi complottistica contro Emanuele Antonelli, che siamo giornalisti brutti e cattivi. Dicano pure. Ma, vivaddio, vi pare possibile che il rimpasto di giunta sia bloccato da settimane dalle pretese di gruppi, gruppuscoli e singoli? Tutti protesi a conquistare un posto a tavola (commensali, li definisce Francesco Speroni), pronti a comporsi, scomporsi, ricomporsi, cambiare casacca, saltare di qua o di là nel tentativo di contare di più. E, contando di più, avere una rappresentanza nell’esecutivo. Spettacolo da primissima Repubblica, ma neanche: almeno lì, i commensali, sapevano stare a tavola. Qui non usano neanche le posate.
Siamo al punto che un assessore, Isabella Tovaglieri responsabile dell’Urbanistica, non compare più sui radar locali: è stata eletta nel parlamento europeo e, giustamente, si occupa a tempo pieno del suo nuovo prestigioso incarico. Ma non si dimette da assessore, lasciando il settore in balia di se stesso. Perché?

La Lega, che dall’alto della sua forza elettorale dovrebbe menare le danze, al momento lascia fare, quasi quasi subisce. In attesa di che cosa, non si sa. Intanto il tempo passa e le promesse collettive di “fa-re-il-be-ne-del-la-cit-tà” evaporano al sole di luglio. Busto Arsizio è nelle mani del sindaco, uomo dal “faso tuto mi” facile, in Comune a Busto, in Provincia a Varese dove è presidente. Si occupa del Bilancio, dei Lavori Pubblici e, dal giorno delle improvvise e improvvide dimissioni di Miriam Arabini, anche dei Servizi Sociali. All’epoca della sua elezione al vertice di Villa Recalcati scrivemmo che Antonelli era Mandrake. Lui ci smentì pubblicamente, Non si sentiva Mandrake, adesso però sembra Robocop.

Nel frattempo racconta di progetti e interventi futuri, di cose da fare e di mille e un’ opera già in cantiere o, quanto meno, prossime a diventare realtà. Mah. A noi pare che in questo contesto la città arranchi. E se non arranca, dato che viaggia con una giunta dimezzata, significa che non c’è bisogno di alcun rimpasto. Che cinque assessori più il sindaco, bastano e avanzano. Dopo tutto, quando c’era lui, bastava il podestà.

Detto questo, ci permettiamo anche noi di avanzare pretese, accodandoci ai partiti o pseudo tali, a chi si definisce civico con alle spalle decenni di militanza nelle segreterie, a tutti coloro che ce la fanno su. Ebbene, chiediamo anche noi un assessore in giunta. Malpensa24 vuole una sua rappresentanza, siamo un giornale libero. E civico. Abbiamo tante cose da dire, ma a differenza dei politici cerchiamo di non raccontare balle, anche se ci costa l’amicizia di qualcuno e dei tanti lacché di corte. Facciamo uno sforzo per non prenderci troppo sul serio, ironizzando sui nostri e altrui errori. Per questo vorremmo la delega alla comunicazione, settore nel quale Palazzo Gilardoni difetta, eccome. Perlomeno supereremo l’impasse di un sindaco che non ci parla, non ci invita alle conferenze stampa, ci dileggia. In questo modo informeremmo i cittadini come dovrebbero essere informati: senza pregiudizi e censure.

busto assessori antonelli giunta – MALPENSA24