Accam, altro rinvio. Antonelli arriva con l’avvocato: Francesco Speroni

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BUSTO ARSIZIO – Accam: un altro rinvio. L’ennesimo. E i giochi sul nuovo consiglio di amministrazione e sulla presidenza restano aperti. Perché i nomi di Angelo Bellora e Giovanni Ciceri restano in campo. Nessuno ufficialmente li ha “falciati”, nessuno a quanto pare ha messo veti. Almeno in maniera ufficiale. Ma qualcuno (le indiscrezioni dicono le segreterie provinciale e nazionale della Lega) ha posto il problema della poco condivisione sui papabili individuati. E così il rinvio, che nel corso della giornata di oggi, martedì 4 giugno, ha preso sempre più corpo, si è concretizzato nell’assemblea dei soci di questa sera. Si va quindi a venerdì: appuntamento per le 14.30 quando una scelta verrà presa.

Sindaci, consulenti ed esperti

L’assemblea è iniziata da pochi minuti e manco a dirlo si è riunita a porte chiuse. Ma nel piazzale di Accam, dove non si muove una foglia, un alito di vento porta l’indiscrezione che, sigillati in riunione, insieme ai primi cittadini, c’è anche qualche avvocato ed alcuni esperti. Insomma alcuni sindaci hanno deciso di avvalersi di un supporto tecnico. Del resto la situazione è da prendere con le pinze. E arriva anche la notizia che all’interno ci sia anche Francesco Speroni. Forse in qualità di segretario della Lega, si pensa. All’uscita si scoprirà invece che l’ex europarlamentare non era presente in veste di segretario cittadino del Carroccio, bensì come consulente legale (è avvocato) “nominato” dal sindaco di Busto Emanuele Antonelli. Cosa che ha suscitato un po’ di sorpresa e qualche sorriso anche tra i soci presenti. Tanto che qualcuno all’inizio nemmeno ci voleva credere.

Due pretendenti. Forse tre

La motivazione ufficiale del rinvio è che l’assemblea dei soci ha deciso di prendere tempo per poter fare una serie di verifiche tecniche e sulla compatibilità dei profili rispetto all’incarico. Nessuno ha avuto, infatti, da obiettare sulle qualità e sulle competenze di Bellora e Ciceri. Tanto che entrambi i nomi restano al momento le candidature più accreditate. Ma non è detto che restino le uniche. Qualcuno lascia trapelare che si sta già lavorando anche a un terzo nome. Segreto. Non pronunciato in assemblea. Di area leghista. Bisogna stare a vedere. Perché Bellora, di area Pd e Ciceri (un tecnico) godono di un supporto trasversale tra i soci. E non tutti hanno preso bene questo rinvio sussurrato dall’alto delle segreterie. Su Bellora poi, anche il dubbio dell’inconferibilità dell’incarico per via del fatto che è stato sindaco di Cardano al Campo fino a pochi giorni fa, è già di fatto decaduto: ha amministrato un comune sotto i 15 mila abitanti e quella norma pare non valere per chi ha governato piccole realtà.

Venerdì poi, oltre alla nomina del terzo membro del cda e del presidente, si procederà anche mettere a punto l’istanza in cui si chiede il mantenimento della gestione in house della società. Istanza da inviare al capo del governo Conte. Atto che avrebbe già dovuto essere compiuto, ma che l’inaspettata piega degli eventi non ha permesso di portare a termine e che richiede la firma di tutti i soci.

L’avvocato del sindaco

Che il sindaco di Busto in questo momento non ha più le spalle coperte politicamente è risaputo. In tanti lo danno come direttore di un’orchestra che suona spartiti differenti. In giunta come in consiglio. Come è anche risaputo che i tempi del suo mandato ora li detta la Lega. Anche semplicemente stando ferma. E in questo scenario dove orientarsi non è semplice, la presenza di Speroni (certo nelle vesti di avvocato) in Accam la si può leggere anche come “nomina” a “guida” politica a Palazzo Gilardoni. Del resto, anche in passato, molto recente, con Forza Italia pimpante e in sella alla maggioranza, il segretario del Carroccio, più di una volta ha tolto qualche castagna dal fuoco ad Antonelli. E non solo. Pare che nei giorni scorsi, proprio con Speroni, Antonelli abbia sondato la possibilità di un suo secondo mandato. Ma tutto è nella mani anche delle segreterie provinciale e nazionale del Carroccio.

Accam in Regione: bocciata la mozione grillina

L’assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo, interviene su Accam dopo che la mozione grillina su Accam presentata dal consigliere Cenci è stata bocciata.

Se è vero che la raccolta differenziata in Lombardia sta andando molto bene (siamo ormai al 70%) non è vero al contrario che mancano i rifiuti da bruciare. La raccolta differenziata non fa scomparire i rifiuti, ma ne facilita il recupero. C’è però sempre una frazione decadente che o viene recuperata per produrre energia in un termovalorizzatore o va collocata in discarica. Per me è certamente meglio usare i rifiuti non recuperabili come combustibile alternativo ai carburanti fossili per generare energia e calore che riempire le discariche, a Busto Arsizio come ovunque. Accam, dice Cenci, è “un cadavere ambulante e può chiudere già da domani. È obsoleto, con un impatto non indifferente sulle emissioni e produce poca energia”? Che produca meno energia rispetto ad altri impianti è vero, l’ho detto io e lo ribadisco perché lo confermano dati oggettivi. Comunque sempre meglio poca che nulla. Gli stessi dati oggettivi ci dicono però che l’impianto, monitorato da Arpa 24 ore al giorno 365 giorni l’anno ha emissioni che sono al di sotto dei limiti previsti dalle norme e dalla autorizzazione ambientale. Ogni volta che le emissioni non rispettano i limiti Arpa interviene e l’impianto viene fermato. La stessa autorizzazione ambientale ha richiesto interventi di ammodernamento che in parte sono già stati realizzati, in parte sono previsti nel piano industriale approvato dai soci per consentire di proseguire l’attività in sicurezza fino al 2027. La decisione in merito spetta ai soci, Regione non lo è, ma ricordo che esiste, altre all’Autorizzazione ambientale, un decreto ministeriale che autorizza Accam a proseguire la propria attività. Inoltre la chiusura immediata porrebbe a tutti i Comuni interessati il problema di trovare un altro recapito finale per i propri rifiuti, cosa che oggi potrebbe avvenire solo a costi presumibilmente ben superiori agli attuali poiché i prezzi di smaltimento sono cresciuti di oltre il 50% negli ultimi anni. La Regione vigilerà sulla effettiva realizzazione degli interventi necessari e continuerà, attraverso Arpa, a monitorare le emissioni. Non si possono però diffondere allarmismi motivati solo da convenienze politiche. L’attività di Accam si svolge in sicurezza e con la realizzazione degli interventi previsti può proseguire in sicurezza fino al 2027. Inoltre ricordo a tutti che l’eventuale chiusura pone in capo ai soci un problema di bonifica dell’area con l’assunzione dei relativi costi, che mi auguro nessuno voglia scaricare sulle spalle dei cittadini. È legittimo avere posizioni politiche diverse, come è legittimo sostenere politicamente la chiusura di un impianto, ma occorre sempre rispettare l’oggettività dei dati e delle conseguenze. Io credo inoltre che occorra evitare di colorire i fatti oltre il lecito, generando nella gente confusione e preoccupazioni per trarne un vantaggio politico.

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