L’appello di due mamme

ESPERIENZE, SPERANZE ED ESORTAZIONI IN QUESTI GIORNI DIFFICILI

Oggi, domenica, pubblichiamo la testimonianza di due mamme. Senza alcun commento.

Ciò che porta di buono il coronavirus

Buongiorno, vorrei condividere un mio breve testo su come “vivo” il coronavirus. Mi chiamo Barbara Rossi e sono di Arsago Seprio. Non so se verrà mai pubblicato, ma sentivo l’esigenza di scrivere qualcosa sulla mia esperienza. Grazie a tutti.

Vivere ai tempi del coronavirus… e una domanda viene subito spontanea: è veramente vita questa? In realtà sì. Ci alziamo, mangiamo, facciamo scuola con i nostri figli, puliamo casa. Questo è ciò che io mi auguravo in tempi non sospetti. O meglio in tempi non infetti. Chi di voi non ha sognato di non sentire la sveglia, di mangiare regolarmente o di leggere tutti quei libri lasciati in un angolo? Eppure adesso “grazie” al covid-19 sogno di poter tornare in quel caos che è il mio lavoro: l’aeroporto, un viavai di razze, di colori, di odori di persone che urlano e ti insultano perché – tuo malgrado – non permetti loro di tornare a casa… Ecco adesso è rimasto solo quello: l’impossibilità per alcuni di tornare a casa, di stare con le proprie famiglie. E altri che dalle proprie famiglie vorrebbero scappare a gambe levate, poter essere liberi di scegliere se starsene comodamente seduti sul divano a guardare la TV o prendere la macchina e mescolarsi tra la folla di un centro commerciale. Questo ci ha tolto il covid-19: la possibilità di scegliere e quindi, in ultima analisi la nostra libertà. Però credo che qualcosa di buono lo porti con sé: la riscoperta della famiglia e delle persone che abbiamo accanto. Perché è proprio in questi momenti che si scoprono veramente le persone. Anche quelle che credevi di conoscere meglio… In fondo è proprio il caso di dire “non tutti i mali vengono per nuocere”.

E poi la testimonianza di Florina Cazacu, mamma anche lei, che ci ha scritto una lunga lettera di cui pubblichiamo le parti principali.

Momenti difficili, ma devo proteggere mia figlia

Sono i momenti difficili che fanno riflettere e tornare indietro con la memoria. Abbiamo tutti un nemico in comune: il coronavirus. Questa volta abbiamo a che fare con un nemico diverso, un nemico invisibile e spietato. Eravamo abituati di combattere con terroristi, kamikaze… Sarà una lotta difficile ma non impossibile. Si può combattere con il buon senso e il rispetto delle regole che tutti conosciamo (restare a casa, lavare spesso le mani, evitare aggregamenti). Ognuno di noi può dare il suo contributo per poter vincere questa battaglia. Siamo in quarantena e dobbiamo restarci per tre settimane… Può sembrare un sacrificio troppo grande ma mai abbastanza pur di salvaguardare la salute nostra e dei nostri cari.

Ogni volta che vedo gente passeggiare per strada come se niente fosse mi torna in mente una brutta esperienza personale. Torno con la memoria indietro di 20 anni. Ero giovane, marzo 2000, quando ricevo una telefonata che cambierà per sempre la mia vita. Mi dicono che mio padre era rimasto vittima del suo datore di lavoro (…). Viene ricoverato condizioni disperate in ospedale. E durante questo suo lungo mese di agonia mi capita per spesso di pregare. La preghiera è l’unica che mi dà un po’ di conforto in questa tragedia familiare. Ma il 14 aprile papà fa il suo ultimo respiro. Si ferma il tempo per lui ma anche per me. Quando viene a mancare una persona così tanto cara, ti passano per la testa tante domande, tanti perché (…). Questa volta è diverso. Decido io per il mio destino e quello della mia famiglia. Se proteggere la mia figlia vuol dire dover stare in casa io ci sto. Questa è una delle poche volte in cui posso decidere da sola, possiamo decidere da soli della nostra vita. Afferriamo questa opportunità. L’esito di questa dura battaglia è fra le nostre mani. Insieme possiamo sconfiggere il nemico per quanto spietato possa essere. Non esistono appartenenze politiche, diversità del colore della pelle oppure appartenenze religiose. L’obiettivo è comune. Salviamo la nostra vita e quella dei nostri cari. E diamoci appuntamento dopo la quarantena.

Questa rubrica è dedicata ai nostri lettori: raccontateci la vita ai tempi del coronavirus. La vostra vita. Mandateci via mail (coronavirus@malpensa24.it) foto e commenti di situazioni domestiche, di ciò che fate, di ciò che accade e di come state vivendo questi giorni difficili, le vostre riflessioni, i vostri quesiti. E noi pubblicheremo.

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