Assemblea Accam: i sindaci frenano sulle garanzie e non votano il piano industriale

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BUSTO ARSIZIO – Nulla di fatto: Busto non ha portato sostanziali novità riguardo alla cessione del terreno e non ha predisposto una propria idea di piano industriale come aveva annunciato nell’ultima assemblea dei soci; i sindaci hanno ascoltato l’esposizione del presidente Angelo Bellora, hanno frenato davanti alla richiesta di dare il proprio assenso sulla disponibilità di mettere le necessarie garanzie e non hanno votato il piano industriale. E così la prima assemblea in streaming dei soci di Accam, durata più di tre ore e tenutasi ieri, venerdì 17 aprile, si è chiusa con un nulla di fatto. Tanto che la decisione è stata quella di ritrovarsi di nuovo in assemblea entro fine mese. Presumibilmente il prossimo 30 aprile.

Passaggio a vuoto

I soci di Accam si ritroveranno tra poco più di una decina di giorni. Ma cosa in concreto potranno fare in queste due settimane per rendere possibile l’approvazione del piano industriale è davvero difficile prevederlo. C’è chi dice “poco o nulla”, poiché il tempo da qui al prossimo incontro è ristretto per poter organizzare e programmare i passaggi nei consigli comunali. E c’è chi davanti a una situazione, che nemmeno ieri si è sbloccata, torna a essere pessimista sul futuro della società. Anche se, rispetto al quadro pre emergenza coronavirus, oggi almeno un lumicino si vede.

Ok alla valutazione del terreno

Succede poco in assemblea. Ma non mancano le novità. Che si sono però registrate ben prima che i sindaci si riunissero. Nella giunta che ieri mattina si è tenuta a Palazzo Gilardoni la maggioranza bustocca ha anche dato l’ok a realizzare una perizia da parte dell’Agenzia del territorio (ex Ufficio catasto) sul reale valore del terreno sul quale sorge l’inceneritore. Passaggio questo fondamentale, poiché solo sulla base di una valutazione di mercato ufficiale potranno essere fatti una serie di ragionamenti in merito alla cessione o meno.

Agesp studia il possibile ingresso?

Nel frattempo pare che sia in fase avanzata lo studio condotto da parte di Agesp rispetto a una possibile prospettiva di entrare a far parte della compagine societaria in maniera importante. L’ipotesi relativa al fatto che le partecipate dei Comuni soci più grandi potessero entrare in società e tracciare un nuovo percorso industriale dell’impianto, dando vita a una multiutility in grado di gestire l’intero ciclo dei rifiuti, è stata messa sul tavolo da tempo. Poi però il discorso, almeno a livello ufficiale, è stato interrotto. Non le interlocuzioni tra le varie realtà comunali e la società.

Ma lo studio portato avanti da Agesp, almeno secondo le prime indiscrezioni, si limita (al momento) a mettere nero su bianco una serie di valutazioni sul possibile ingresso in società. E qualora l’ipotesi si dovesse realizzare, sgraverebbe da un lato l’amministrazione dal compiere una serie di passaggi diventati forse più complessi con l’uscita della società dalla gestione in house e dall’altra garantirebbe comunque al Comune di Busto la possibilità di ricoprire quel ruolo di leader nelle compagine societaria dal momento che Agesp e quasi totalmente di proprietà comunale.

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