Bobo Maroni, on the road again

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Chi la sa lunga sostiene che potrebbe confluire in Forza Italia, con un ruolo da leader accanto a Silvio Berlusconi. E c’è chi afferma che mai, Roberto Maroni, potrebbe tradire la Lega. Nonostante tutto. Dal giorno della sua volontaria uscita dalla scena politica si sono reiterate le congetture. Quale sia quella giusta nessuno ancora lo sa. Di sicuro, solo gli ingenui hanno potuto credere che l’ex ragazzo di Lozza, l’ex ministro, l’ex governatore della Lombardia si sarebbe messo a coltivare l’insalata. I segnali che abbia già terminato il periodo della “vita nuova”, come la definiva lui, sono inequivocabili. A inizio settimana, all’indomani della strampalata sentenza che lo condanna per una presunta segnalazione di lavoro a favore di una sua collaboratrice e lo assolve per aver chiesto un viaggio gratis per un’altra, Maroni ha rilasciato dichiarazioni che inducono a credere che stia scaldando i motori. Rivendicando l’estraneità ai fatti che gli vengono contestati, lascia capire che proprio per reazione alla condanna potrebbe tornare in politica. A domanda precisa del giornalista del Corriere della Sera, risponde: «Tornare in politica? Ci devo pensare, ma fatico a restare indifferente anche di fronte al coinvolgimento di alcuni mei collaboratori in questa assurdità». Che ci abbia già pensato, oltre ai sussurri di chi gli è vicino, lo testimonia la nuova immagine sul suo profilo Facebook, comparsa nella notte tra venerdì 22 e sabato 23 giugno. Un Maroni sorridente mostra un cartello con una scritta in inglese: on the road again. Cioè, di nuovo sulla strada. O, se preferite, ancora in pista. Titolo stra abusato da numerosi cantanti e gruppi inglesi e americani fin dagli anni Settanta. Maroni, che, non dimentichiamo, è anche rockettaro, l’ha trasformato nel suo nuovo motto. On the road again, ciò a dire che è pronto a riprendere il percorso della politica. Non ne dubitavamo, ma bisogna capire come, dove e quando. Nei giorni delle sue “dimissioni” da presidente della Regione si sospettò che fosse tutta una finta. Voleva, cioè, tenere le mani libere nella eventuale necessità di un presidente del consiglio che piacesse a leghisti, forzisti, grillini, dem, sovranisti e moderati di sinistra, di centro e di destra. Cioè a un’alleanza di Governo di larghe, larghissime intese, con tutti dentro. Maroni sarebbe stato l’uomo giusto al posto giusto. Ipotesi, supposizioni, vagheggiamenti, speranze e desideri. Come è andata a finire, lo sappiamo. Bobo Maroni è rimasto al palo e adesso recupera. Del resto, la politica, specialmente questa politica, ha bisogno di uomini (e donne) preparati, con un minimo di esperienza e, soprattutto, di sale in zucca. Contenti di riprenderlo a bordo, se mai decidesse davvero in questo senso. Sempre nella famosa intervista leggiamo: «Avevo deciso di mollare e fare altro, anche se la passione politica non svanisce mai. Ma di fronte a un’ingiustizia come questa (la condanna, ndr) confesso che dentro di me sento una vocina che mi dice che non posso fare finta di niente». On the road again, appunto.

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