Bufera Forza Italia, anche a Varese qualcuno ora trema

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Licia Ronzulli fedelissima di Silvio Berlusconi

Il diktat berlusconiano che ha rimosso Massimiliano Salini da coordinatore di Forza Italia in Lombardia, sostituendolo con Licia Ronzulli, può essere riassunto e in parte compreso attraverso un paio di dichiarazioni. La prima, di Salini: “Io messo da parte senza motivazione”. La seconda, di Ronzulli: “Sono un soldato nelle mani di Berlusconi”. In buona sostanza, il Cavaliere ha blindato il partito. L’ha ricondotto a sé stesso, disinnescando l’area, diciamo così, governativa, che fa capo a Mariastella Gelmini e a Mara Carfagna, per riproporre a tutto tondo l’alleanza di centrodestra, affrancata da Mario Draghi. Operazione che ha messo in secondo piano anche la componente che si riconosce, più o meno in modo organico, in Comunione e Liberazione o in quel che ne rimane, componente di cui fa parte Salini e che, secondo i rumors, stava “allargandosi troppo”. Proprio in Lombardia, sotto il naso del leader fondatore di Forza Italia. Non a caso prende ulteriore consistenza Licia Ronzulli, fedelissima di Berlusconi (“Sono un soldato”, appunto), sua ombra politica e, sempre secondo le indiscrezioni, regista e garante del cosiddetto cerchio magico di Arcore.

Detto questo, hanno voglia Antonio Tajani e Giacomo Caliendo, il primo coordinatore nazionale forzista, il secondo commissario azzurro in provincia di Varese, a gettare acqua sul fuoco, affermando che tutto si ricomporrà e che, a conti fatti, certe situazioni sono fisiologiche nei partiti. Può essere, intanto arrivano notizie dello sfogone di Mariastella Gelmini con Tajani. E, ad attizzare le fiamme, c’è il piccato rifiuto di Salini di occuparsi, al posto del partito in regione, dei rapporti con le associazioni imprenditoriali. Una retrocessione per lui inaccettabile, evidentemente.

Tutto accade a pochi giorni dalla convention di Napoli di Forza Italia, convocata per il 20 e 21 maggio prossimi. L’obiettivo (parole di Antonio Tajani) è di dimostrare che il partito unisce Nord e Sud e, soprattutto, viaggia coeso, senza divisioni o, peggio, scontri interni. Con una missione precisa: ricomporre il centrodestra, recuperando o rafforzando il dialogo con Matteo Salvini e Giorgia Meloni, in questi ultimi tempi all’apparenza sfilacciato per le dissonanze con i ministri forzisti del governo Draghi. Alle viste ci sono anche le elezioni amministrative, Forza Italia intende presentarsi alle urne in scia ai sondaggi che, nonostante tutto, la danno appena sotto il 10 per cento dei consensi. Sufficiente l’adunata napoletana per ritrovare la via unitaria e ricucire in modo duraturo con la coalizione?

Di più: quali le ripercussioni in provincia di Varese, a cominciare dal Varesotto dove Forza Italia sta in piedi con i superstiti di una squadra un tempo egemone, traboccante personaggi di rilievo? Prima le fughe di molti suoi esponenti delle origini, poi l’inchiesta Mensa dei poveri l’ha decapitata. Il commissario Caliendo ha cercato di salvare il salvabile. E c’è riuscito. Ma sullo sfondo fanno capolino proprio gli uomini vicini a Massimiliano Salini, in primis Pietro Zappamiglio, sindaco di Gorla Maggiore, emergente rispetto a un contesto partitico non esattamente esaltante. Che cosa succederà ora con le redini nelle mani di Licia Ronzulli, conosciuta come una donna dal carattere forte, incline al comando e poco conciliante con chi dissente? Qual è il destino del centrodestra locale che, alle amministrative di giugno, si presenta diviso nei principali Comuni che vanno al voto?

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