BUSTO ARSIZIO – «Open fiber lavora da schifo. Farò una pubblicità negativa in tutta la provincia di Varese di come lavorano». Parole durissime quelle del sindaco Emanuele Antonelli, ieri lunedì 28 ottobre, in consiglio comunale contro la ditta che sta eseguendo i lavori di posa della fibra in tutta Busto Arsizio.
L’attacco di Antonelli
Quella della fibra non era un argomento all’ordine del giorno, ma è sbucato fuori durante la discussione di un’interrogazione del consigliere del Gruppo Misto Diego Cornacchia, il quale chiedeva lumi su marciapiedi dissestati e buche nelle strade. Non dovuti certamente al cantiere della fibra. Ed è detonata dopo l’intervento della leghista Paola Reguzzoni, la quale ha criticato le opere di ripristino che avvengono dopo la posa: «Sono fatte male» ed anche le modalità con cui gli addetti intervengono: «Sono poco attenti. Mi è capitato di vedere un loro mezzo procedere in contromano mentre stava facendo un intervento di ripristino dell’asfalto. Credo che si debba fare attenzione anche alla sicurezza di chi passa in strada».
Insomma una miccia che ha riattivato il braccio di ferro in corso tra il sindaco Emanuele Antonelli e la ditta che si sta occupando della posa. Diatriba che non è nata certo ieri. E sulla quale il sindaco è inflessibile: «Dove interviene Open fiber fa disastri. Lavorano da schifo e sono molto arrabbiato perché non stanno facendo bene. Però sono sul pezzo. E quando ho bloccato i lavori sono riuscito a ottenere un fidejussione più cospicua. Stiamo parlando di 300 mila euro. Ecco quesi soldi li useremo per fare tutta una serie di interventi».
Strade messe male non solo per la fibra
Ma le pessime condizioni di strade e marciapiedi di Busto non sono tutte da mettere sul conto di Open fiber. Tanto che anche l’assessore a Viabilità e Sicurezza Massimo Rogora nel rispondere al consigliere Cornacchia parla di una «città ammalata e non semplice da curare. Stiamo lavorando su tutta una serie di situazioni e se siamo arrivati a questo punto significa che forse, fino ad ora, non è mai stata messa la medesima attenzione. Oppure strade e marciapiedi non sono mai stati curati». Rogora, insomma, senza fare nomi e cognomi ha puntato il dito sul passato.