Busto, l’appello dei famigliari con ospiti a La Provvidenza: «Salvateli e informateci»

BUSTO ARSIZIO – «Salvateli. Sappiamo che la situazione è complessa e delicata, ma molte altre cose non ci vengono raccontate. O ci vengono dette con poca chiarezza. Non sappiamo se passano tutto il giorno a letto o vengono fatti alzare, come vengono accuditi e se hanno un po’ di compagnia durante la giornata. Siamo in emergenza, abbiamo rispetto del vostro lavoro, ma li dentro ci sono i nostri affetti più cari». E’ questo il commento che accompagna e riassume una lettera scritta e firmata da un gruppo di parenti che hanno ospiti dentro La Provvidenza. Una realtà, come tante rsa in questo momento, dove si stanno registrando pesanti criticità.

Chi ha firmato l’appello precisa inoltre: «Scrivere questa lettera non è stato semplice. E prima di renderla pubblica ci abbiamo pensato a lungo. Perché il nostro obiettivo non è quello di sollevare polveroni o inutili polemiche. Però anche noi siamo preoccupati per quanto sappiamo e abbiamo dubbi che fino a ora non hanno trovato risposte».

Tra dolore e distanza: la lettera

Siamo un gruppo di parenti di ospiti ricoverati nella vostra struttura ed abbiamo deciso di rivolgerci a voi per farvi presente le nostre preoccupazioni. E’ ormai chiaro a tutti noi che la situazione di emergenza non si risolverà a breve (purtroppo) e che dovranno passare ancora parecchie settimane prima di poter dire che il pericolo ce lo siamo lasciato alle spalle. Ma noi pensiamo che occorrerà fare qualcosa e con urgenza per dare sollievo ai nostri cari soprattutto dal punto di vista psicologico.

Dai report quotidiani verifichiamo che ancora oggi le persone sono tenute praticamente sempre a letto. La dicitura “alzata” o “levata” è inserita davvero raramente e non sappiamo neanche per quante ore in quei pochi giorni i nostri cari possono stare fuori dal letto.

Per quelli di loro che non sono contagiati e che quindi non rappresentano un pericolo per gli altri non c’è ragione di proseguire in questo modo. Ci avete detto e ripetuto che i casi sospetti sono stati isolati e che sono state adottate tutte le precauzioni per contenere il diffondersi del virus. Ci chiediamo quindi se avete in programma un cambiamento a giorni della attuale situazione.

Anche per gli ospiti che per le loro patologia non riescono a comunicare ed avere una vita di relazione attiva, anzi forse ancora di più per loro, passare le giornate a letto (ormai da un mese) non può che avere conseguenze negative. Senza stimoli anche solo visivi o sonori e senza più un contatto con i parenti che vedevano ogni giorno, crediamo che si spegneranno nella disperazione. L’animazione, già carente prima della emergenza, ci avete detto che è stata sospesa e vogliamo sapere cosa viene fatto durante il giorno, come trascorrono le ore in quei letti?

Questa preoccupazione ci fa sentire angosciati e vorremmo che si pensasse da parte vostra anche a questo lato della situazione, non solo alla loro pulizia, alle terapie e alla alimentazione. Capiamo benissimo che avete in questo momento anche altre preoccupazioni, ma non pensiamo che si possa andare avanti in questo modo. Alle nostre domande ci avete risposto che il personale fa compagnia agli ospiti. Ma poi dite anche che il personale è ridotto per le assenze per malattia e che al lavoro è sotto pressione. Ci chiediamo chi e per quanto tempo si siede nelle camere e dedica alle nostre mamme e i nostri papà delle chiacchierate e delle carezze. Forse solo nell’ora della distribuzione dei pasti o durante le operazioni di pulizia.

Abbiamo pazienza e rispetto del vostro lavoro, ma non possiamo più nascondere la nostra grande preoccupazione.

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