BUSTO ARSIZIO – E’ arrivato il momento di scongelare la macchina amministrativa e far ripartire una serie di attività che, con l’esplosione della grande crisi sanitaria, sono state per necessità di cose messe in naftalina. Lo hanno chiesto a più riprese i gruppi di opposizione: dal Partito Democratico a Busto al centro, al Movimento Cinque stelle. E, incalzato dalle minoranze, sul tema è arrivata anche la risposta del sindaco Antonelli. Il quale l’altro giorno, ai microfoni di Radio Busto Live ha dato una serie di indicazioni su come la vita amministrativa a Palazzo Gilardoni sta lentamente riprendendo: potrebbero partire i lavori di manutenzione delle strade, ma anche i cantieri nelle scuole.
L’ok dal prefetto per le scuole
Sono 6 milioni gli euro destinati da Palazzo Gilardoni per una serie di interventi di messa in sicurezza in tutte le scuole di Busto. Il piano di intervento e anche la ripartizione dei fondi necessari alle opere è stata da tempo predisposta dagli uffici competenti. Anzi in alcuni casi i lavori sono già stati eseguiti, in altri invece avviati e poi fermati con la diffusione del Covid. Altri ancora invece sono da iniziare. «E questo – ha dichiarato il sindaco Emanuele Antonelli – potrebbe essere il momento per eseguirli. Anche approfittando delle scuole chiuse sarebbe possibile lavorare. Nei prossimi giorni chiederò l’autorizzazione al prefetto Dario Caputo di far partire i lavori nelle scuole».
Cantieri sulle strade
Potrebbero anche ripartire i cantieri stradali. Sia approfittando del meteo favorevole, ma anche del traffico ridotto per via delle restrizioni. E anche in questo caso il sindaco è stato ottimista, spiegando poi che «avviare gli interventi è anche un modo per iniziare a far ripartire l’economia», ovvero l’altro grande problema che l’epidemia ha posto sul tavolo locale, regionale e nazionale. «In tal senso – ha concluso il primo cittadino – abbiamo già fatto nei giorni scorsi una riunione inerente i lavori pubblici proprio per iniziare a programmare una serie di interventi rimasti bloccati e attardati per via del coronavirus».