La Busto bene degli anni Ottanta nel romanzo di Sarah Pellizzari Rabolini

busto libro rabolini ba

BUSTO ARSIZIO – La Busto bene di fine anni Ottanta quando i figli degli imprenditori, lasciati allo sbando da genitori troppo presi con la professione, spacciavano in piazza Vittorio Emanuele e senza cellulare facevano comunella nelle piazze cittadine per poi mettere in piedi una serata in Valganna o in qualche birreria, discoteca o imboscarsi a Malpensa. È un romanzo made in Busto Arsizio quello nato dalla penna di Sarah Pellizzari Rabolini, bustocca doc, che ha deciso di ambientare la sua terza fatica, dopo “Amarsi ancora” e “Per un’estate” editi da Piemme, proprio nella sua città. Così nel libro intitolato “R come infinito” i protagonisti, Silvia e Rocco, ormai quarantenni ricordano in flashback la gioventù trascorsa accanto a Palazzo Cicogna, la Veroncora, in piazza Manzoni, via per Samarate, via Magenta e anche piazza Garibaldi, via Manara con i nuovi sensi unici, viale Rimembranze fino ad arrivare a Malpensa.

La storia

Argomento una storia sentimentale ben congegnata con l’inserzione di diari, analessi, racconti, lettere che vede come primi attori un’insegnante d’italiano con la sorella, la madre, due amiche e un alunno, accanto a Rocco, figlio appunto di industriali arricchitisi a discapito dell’educazione del ragazzo. Rocco si droga, fuma eroina e sniffa cocaina, in quella Busto degli anni Ottanta quando lo spaccio era appunto frequente tra i giovani della Busto bene, figli delle buone famiglie della cittadina industriale in provincia di Varese. E non poteva essere altro che nella biblioteca di Busto Arsizio, il palazzo accanto al quale i due protagonisti se la spassavano in macchina, la presentazione del libro, venerdì 8 giugno alle 18.30 con Sarah Pellizzari Rabolini affiancata all’attrice Valentina Papis che legge qualche pagina.

Perché Busto Arsizio

Ma perché ambientare questo romanzo a Busto Arsizio? «Come per i personaggi e in generale le storie, si racconta ciò che si conosce – spiega la scrittrice –  Ho voluto narrare vicende a me note, che mi hanno raccontato, che ho studiato, su cui mi sono documentata. Niente è per caso: il mondo della scuola inevitabilmente è per me noto, mi piace osservare e amplificare nella scrittura le caratteristiche delle persone che vedo nella realtà. Idem per i luoghi. Conosco gli anfratti di Busto Arsizio per cui è stato facile descriverla. Inoltre la storia di Rocco rispecchia quella dei miei coetanei».

“R come infinito” è un titolo enigmatico. «Certamente – prosegue l’autrice – come Rocco e la storia che racconto che richiama il mare, ma anche l’amore e tutto ciò che può non avere un fine nella vita: le storie che si rincorrono, la malinconia per il passato, la circolarità degli eventi, il riproporsi di alcune vicende che sono funzionali per aggiustare le cose».

La scrittrice

Insegnante di lettere, giornalista pubblicista, scrittrice di poesie e racconti, Sarah Pellizzari Rabolini è stata finalista del “Garfagnana in Giallo 2017” e vincitrice del “Premio legalità, Verbania for women”. Ha ottenuto menzioni di merito e d’onore in concorsi letterari.

 

busto-ottanta-romanzo-MALPENSA24