Cala il sipario sulla giunta Fratus, Legnano verso il commissariamento

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LEGNANO – L’amministrazione Fratus è arrivata al capolinea. Nel consiglio comunale di mercoledì 27 marzo si è ripetuto il copione già visto la sera prima. In aula erano presenti solo 11 consiglieri, oltre alla giunta; deserti i banchi delle opposizioni e le poltrone dei tre consiglieri di maggioranza che hanno rassegnato le dimissioni – i leghisti Mattia Rolfi, Antonio Guarnieri (che era il presidente del consiglio comunale) e la moglie di questi, Federica Farina – insieme ai 10 consiglieri di opposizione. Dopo tre appelli (alle 20.45, un’ora dopo e trascorsi ulteriori 10 minuti), constatata la mancanza del numero legale, l’assise è stata tolta. Ora si attende la formale presa d’atto da parte della prefettura dell’impossibilità di approvare il bilancio entro il termine di legge, fissato per il 31 marzo, e la nomina di un commissario per la gestione provvisoria della città fino a nuove elezioni.

Un appiglio legale rivelatosi inutilizzabile

In apertura della seduta di mercoledì sera, cui ha assistito un pubblico più numeroso del solito, il vice sindaco e assessore al Bilancio, Maurizio Cozzi, ha letto una breve dichiarazione per illustrare un precedente, legittimato dalla Corte Costituzionale, in base al quale “in caso di dimissioni non contestuali, il consiglio comunale può procedere alla surroga di un consigliere dimissionario anche con la metà meno uno dei consiglieri”. Questa sentenza della Consulta (la n. 640 del 2006) sembrava un insperato salvagente per la giunta di centrodestra, che avrebbe potuto così procedere a rimpiazzare Mattia Rolfi, dimessosi lunedì e non mercoledì mattina come gli altri consiglieri. Al suo posto sarebbe subentrato il primo dei non eletti nella lista della Lega, ovvero Alessandro Carnelli (il cui nome è stato persino inserito nell’elenco dei consiglieri posto all’ingresso dell’aula prima dell’inizio dei lavori). Con 12 consiglieri presenti, il numero legale sarebbe stato salvo e si sarebbe potuto procedere con i lavori del consiglio, imperniato sull’approvazione del bilancio. Ma così non è stato. Fonti dell’opposizione hanno smentito la fondatezza dell’interpretazione resa dalla giunta sulla sentenza in questione. Il segretario generale Enzo Marino ha sottolineato l’assenza del numero legale e, con essa, l’impossibilità a procedere a qualsiasi atto.

Per la città un lungo stallo amministrativo

La crisi che si è consumata fulminea in meno di tre giorni affonda le sue radici nel rimpasto di giunta di febbraio. In particolare, la scelta come assessore alle opere pubbliche di Chiara Lazzarini, coordinatrice locale di FI ed ex presidente della municipalizzata Amga, ha aperto strappi insanabili nelle file del Carroccio, mentre ulteriori malumori ha suscitato il modo in cui è stato rimpiazzato Franco Colombo (che aveva riscosso il maggior numero di preferenze degli elettori) alla cultura, allo sport e alle politiche giovanili. Per Legnano si apre ora un lungo periodo di stallo politico e amministrativo, con la prospettiva di non andare ad elezioni prima dell’anno prossimo.

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