Opening Eyes, occhiali per atleti agli Special Olympics di Abu Dhabi

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GALLARATE – «Vengono dalle isole Fiji, dalle isole Comore, dai Paesi più remoti del mondo: in una settimana abbiamo controllato tremila atleti, consegnando 1300-1400 paia di occhiali da vista, e 1500 da sole. Dà un’idea dell’importanza del programma. A differenza degli otorini, per cui magari ci può essere una maggiore difficoltà oggettiva quando viene richiesto un’apparecchio acustico, è forse l’unico che riesce a risolvere quasi del tutto il problema della persona, che in questo caso è visivo». È il bilancio, al ritorno da Abu Dhabi, di Giulio Velati, optometrista di Gallarate e da vent’anni direttore clinico di Opening Eyes. L’iniziativa fa parte del programma salute che, all’interno dei Giochi Olimpici Speciali, manifestazione multisportiva per atleti con disabilità intellettiva, offre assistenza sanitaria ai vari concorrenti.

Uno screening della salute

La quindicesima edizione degli Special Olympics si è tenuta dal 15 al 21 marzo nella capitale degli Emirati Arabi Uniti. Come ha raccontato Velati, «ad Abu Dhabi facevo l’optometrista. Da vent’anni sono il direttore clinico di Opening Eyes, che è inserita nel programma salute degli Special Olympics. Da circa un anno sono anche diventato direttore regionale per la competizione. Opening Eyes fa parte di un programma generale in cui figure professionali, durante le gare, accolgono gli atleti e fanno uno screening della loro salute. L’evento sportivo si tiene ogni quattro anni, l’edizione precedente è stata a Los Angeles, la prossima sarà a Berlino. Nell’ultima, ad Abu Dhabi, c’erano 7000 atleti, giunti da 170 Paesi del mondo».

Gli sponsor

Opening Eyes ha un preciso campo d’azione: «Ci occupiamo della loro vista. È uno screening molto impegnativo, che richiede mediamente venti-trenta minuti, con parecchi volontari a fare questo tipo di intervento. Se l’atleta avesse bisogno di correzioni, riceverà il giorno dopo una fornitura gratuita di occhiali fatti su misura. Se invece non ha bisogno di nulla, gli viene regalato un paio di occhiali da sole».
Il progetto, che va avanti da vent’anni, è sostenuto da quattro importanti sponsor: le fondazioni Lions Club International e Golisano, e un’alleanza tra imprese, l’italiana Safilo e la francese Essilor, che ogni anno fornisce una grossa quantità di montature e lenti. La delegazione italiana, forte di 135 atleti, ha raccolto tantissime medaglie: ventuno d’oro, quarantuno d’argento e quarantacinque di bronzo. «Io ero presente come optometrista e direttore clinico per l’Italia di Opening Eyes, mia moglie come ottico per la scelta e fornitura degli occhiali. Con noi si sono alternati più di quaranta volontari. Al programma partecipano optometristi, ottici, oculisti e studenti delle diverse facoltà legate alla vista. A cui si aggiungono altre specializzazioni, come esperti che si occupano di salute e benessere, podologi, otorini, dentisti e fisioterapisti».

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