Castellanza Servizi e Patrimonio, pm: «Condannate Ramolini a 3 anni e 6 mesi»

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CASTELLANZA – Affaire Castellanza Servizi e Patrimonio: chiesti 3 anni e 6 mesi per il direttore generale Paolo Ramolini e a 3 anni e 4 mesi per l’imprenditore Alberto Romanò per truffa ai danni dello Stato. Sara Costingo, ormai ex dipendente della farmacia comunale, anche lei implicata per la questione delle timbrature che certificavano la sua presenza sul posto di lavoro mentre era in vacanza, ha chiesto e ottenuto la messa alla prova per la vicenda. E’ questo l’esito della prima udienza che si è tenuta questa mattina, martedì 21 aprile, al tribunale di Busto Arsizio, davanti al gup Nicoletta Guerrero, durante la quale il pm ha presentato le richieste di condanna. L’avvocato di Ramolini ha avanzato anche richiesta di revoca degli arresti domiciliari, che è stata accolta.

Operazione windows

Paolo Ramolini è stato arrestato il 6 novembre scorso nell’ambito dell’operazione denominata Windows. La misura cautelare nasce da un’indagine svolta dai carabinieri del nucleo investigativo di Varese in collaborazione con la Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, nonché con la collaborazione della Compagnia della Guardia di Finanza di Saronno. L’indagine è partita dalla denuncia di una dipendente della municipalizzata e ha consentito di far luce sull’illecita gestione della società “C.S.P.”. In particolare è stato riscontrato che il direttore generale della società rivestendo la qualità di incaricato di pubblico servizio, aveva fatto realizzare lavori a casa della figlia, con costi a carico della municipalizzata (per oltre 13 mila euro) e infine aveva validato orari lavorativi non corrispondenti al vero di una delle sue dipendenti, la direttrice della farmacia comunale di Castellanza.

Coinvolta per truffa aggravata in concorso anche la direttrice della farmacia comunale, accusata di aver indebitamente percepito una retribuzione per oltre 50 ore lavorative mai prestate (poiché assente all’estero o in altra provincia insieme al direttore generale). E per concorso in peculato l’imprenditore, titolare di una ditta di infissi di Legnano, che secondo l’accusa ha emesso alcune fatture apparentemente riguardanti i lavori di manutenzione relativi ad immobili di proprietà della Castellanza Servizi e Patrimonio, ma in realtà relativi ai serramenti installati presso l’abitazione della figlia dell’ex direttore della municipalizzata.

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