Risoluzione sulla Fase 2 dell’emergenza, in consiglio regionale è muro contro muro

MILANO – Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato con il voto favorevole della sola maggioranza di centrodestra la Risoluzione sulla Fase 2 dell’emergenza, con linee guida, indirizzi e contributi per la gestione e l’attuazione del periodo post-Covid. Ma nell’aula del Pirellone (l’auditorium Gaber adattato alle esigenze di distanziamento) si è consumato un nuovo muro contro muro tra la maggioranza di governo e l’opposizione, con PD e Movimento Cinque Stelle in prima linea nel contestare alla giunta del presidente Attilio Fontana gli errori nella gestione dell’emergenza Coronavirus.

La risoluzione della maggioranza

Il documento approvato dal Consiglio sollecita interventi e indica misure e provvedimenti dettagliati utili a favorire la ripartenza della Lombardia nei diversi ambiti. Da un lato, si chiede alla giunta di farsi portavoce di una serie di richieste al governo: dal sostegno alla continuità dell’offerta educativa di asili nido e scuole materne, pubbliche e private al sostegno dei centri antiviolenza, dall’incremento dei fondi per le non autosufficienze e le politiche sociali alla proposta di IVA agevolata al 4% sui dispositivi di protezione individuale come le mascherine, fino a bonus retributivi e sgravi fiscali per il personale sanitario, più autonomia alla Regione nel coordinamento di medici e pediatri di base e iniziative per consentire di effettuare più tamponi. Dall’altro, una lunga serie di proposte di misure di «sostegno ai cittadini, alle famiglie e alle imprese», tra cui la previsione di Zone economiche speciali e controlli sanitari capillari per chi rientra al lavoro dopo il lockdown.

Proposte e critiche dall’opposizione

Bocciata invece la proposta di Risoluzione di PD e +Europa, che chiedeva l’istituzione di un Commissario per la sanità territoriale lombarda (che avrebbe dovuto eseguire un piano per tamponi, anche requisendo i laboratori privati, e test sierologici a tappeto, oltre che l’incremento delle Usca) e di un “recovery bond” regionale per finanziare la ripartenza economica. Il dibattito ha fatto emergere numerose critiche da parte delle opposizioni sulla gestione, a loro dire «fallimentare», dell’emergenza in questi due mesi. Per Carlo Borghetti (Pd), «la giunta Fontana ha responsabilità» sul caso delle RSA lombarde. «Tanti slogan, poca sostanza» l’accusa del “grillino” Dario Violi, che ha contestato la «mancata programmazione» e iniziative come l’ospedale in Fiera e le mascherine Fippi, imputando agli errori di gestione le «decine di migliaia di morti» che si contano nelle anagrafi. L’altro pentastellato Stefano Bolognini chiede un sopralluogo della commissione sanità all’ex ospedale di Legnano, sull’onda del servizio delle Iene.

Via libera a Pedemontana

Nella seconda parte della seduta, spazio ad altri provvedimenti, tra cui quello relativo all’incremento del capitale sociale di Milano Serravalle, la società che detiene la quota maggioritaria di Autostrada Pedemontana Lombarda. Un’operazione da 350 milioni di euro complessivi per ricapitalizzare Pedemontana: Regione Lombardia ci mette 150 milioni, con l’obiettivo di «favorire il completamento di Pedemontana con particolare riferimento alla tratta da Lentate sul Seveso alla A4, per un investimento da 2 miliardi e mezzo di euro». Un’opera che rientra nel programma delle infrastrutture per le Olimpiadi invernali del 2026. Una scelta contestata dal consigliere regionale varesino Samuele Astuti, che insieme al collega comasco Orsenigo ha proposto di esentare dal pedaggio le tangenziali di Varese e Como per tutto il 2020: «Il meccanismo di finanziamento di Pedemontana, per garantire la banche prestatrici, non può prescindere dal pagamento del pedaggio sulle tangenziali di Como e Varese. Ecco perché la Lega e il centrodestra hanno votato contro alla nostra proposta, disattendendo un emendamento al Piano Regionale di Sviluppo approvato nel luglio 2018, che prevedeva la gratuità del transito e la realizzazione dei secondi lotti».

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