Centri estivi Busto, la mossa dei sindacati: «Accordo fotocopia rispetto al 2021»

BUSTO ARSIZIO – «Il muro contro muro non serve a nessuno. Dal 1° luglio bisogna partire con i centri estivi, è un servizio essenziale. Si faccia il copia-incolla dell’accordo dello scorso anno e poi si discuta ad un tavolo del resto». È la proposta, «sensata e di buona volontà, che punta a risolvere i problemi», che i rappresentanti sindacali delle sigle Csa, Cgil e Uil sottopongono all’amministrazione comunale per superare l’impasse sui centri estivi dei nidi e delle materne comunali per il periodo extra-calendario scolastico.

La diplomazia

Diplomazia, anche se le parole nei confronti dell’assessore alle politiche educative Daniela Cerana sono ferme e chiare. Ad esempio quando Angiolino Liguori, sindacalista di CSA, parla di «scorrettezza» a proposito del questionario proposto ai genitori dei bambini (per capire, tra l’altro, se poter prolungare il servizio alla prima settimana di agosto), all’insaputa delle coordinatrici dei nidi e delle materne, o quando emerge, nelle parole di Mauro Catella, sindacalista della CGIL, l’accusa di aver «estromesso» le organizzazioni sindacali dalla pianificazione dei centri estivi.

L’oggetto del contendere

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«Come ogni anno puntualmente si ripropongono le problematiche delle scuole materne e dei nidi – ricostruisce la vicenda Liguori (nella foto) – avevamo chiesto un accordo triennale ma l’amministrazione non ha accettato». In ballo c’è l’accordo sindacale sull’impiego, su base volontaria, delle educatrici comunali nel mese di luglio. Al tavolo dello scorso 20 maggio, le RSU comunali avevano proposto di ratificare quello di dodici mesi prima, ma la firma non è arrivata. Poi è spuntato il “sondaggio”, che le maestre hanno «scoperto dai genitori, rimanendo spiazzate», e con esso una bozza di progetto alternativo («mandato via mail») che prevede il prolungamento del servizio al mese di agosto.

Bastone e carota

I sindacati non ci stanno: «Nessuno può permettersi di mettere in secondo ordine le organizzazioni dei lavoratori. Ci siamo e andiamo coinvolti» chiarisce Angiolino Liguori. «Se qualcuno si è messo in testa che vanno solo avvisate a cose fatte, io dico che non è opportuno. E perché pensare di stravolgere tutto se i genitori erano contenti del servizio? Non capiamo. E qualcuno ha letto male contratto se dice che le maestre devono svolgere il servizio, che non è obbligatorio per il contratto nazionale. Noi ribadiamo la disponibilità che le maestre hanno sempre dimostrato, ma sarebbe stato opportuno sederci attorno ad un tavolo prima che uscisse la bozza dell’assessore».

«Un tavolo per una soluzione»

Insomma, per risolvere la questione la richiesta della maggioranza delle RSU, ribadita per voce di Mauro Catella, è di convocare «un incontro urgente per garantire il servizio alla cittadinanza e per discutere di un accordo pluriennale che comprenda il calendario scolastico, evitando di arrivare sempre all’ultimo minuto. Sta diventando stucchevole». E Massimo Giannotti, rappresentante sindacale per la UIL, evidenza la «preoccupazione per la qualità del servizio. Non è allungando le ore che il servizio migliora». Liguori lo ribadisce con parole chiare: «Se qualcuno pensa che la disponibilità è un segnale di debolezza o di ricatto, dovrà spiegarci dove sta il ricatto. Forse ventilare le esternalizzazioni è una forma di ricatto».

La linea di dissenso di ADL

Non si unisce al coro di CSA, CGIL e UIL la sigla di base ADL, che per voce del sindacalista Fausto Sartorato sceglie una linea più barricadera: «Non si gioca sulla pelle delle educatrici. Se fossi stato in commissione trattante avrei fatto partire immediatamente il tentativo di conciliazione in Prefettura». Che in linguaggio sindacale è l’anticamera dello sciopero. «Ora siamo in ritardo – l’accusa di Sartorato alle altre organizzazioni – nell’accordo per i centri estivi andrebbero inseriti, oltre alle educatrici, anche le altre figure come cuoche, aiuto cuoche e personale ausiliario. Ma prima serve un accordo complessivo sul calendario scolastico e sulle altre questioni».

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