Che cosa fare a Milano nel fine settimana

milano fine settimana
We wiil rock you in scena al Teatro Nazionale

Venerdì 3 febbraio

L’esplosivo “We Will Rock You” al Teatro Nazionale

Un classico della storia musicale contemporanea – lo spettacolo “We Will Rock You” – arriva al Teatro Nazionale: dovunque è stata rappresentata la vicenda di Galileo e Scaramouche, supportata dall’energia travolgente dei brani dei Queen cantati in inglese ed eseguiti rigorosamente dal vivo, ha conquistato il pubblico. Lo show originale è stato scritto e prodotto da Ben Elton, in collaborazione con Roger Taylor e Brian May. La rivisitazione e implementazione del testo, tradotto da Raffaella Rolla, a cura della regista Michaela Berlini, hanno attirato una platea transgenerazionale valorizzando i contenuti ed evidenziando l’attualità di temi come l’isolamento sociale, il bullismo, il riscaldamento globale, il pensiero unico, l’omologazione culturale e l’oppressiva presenza quotidiana della Rete e del predominio della virtualità nella vita di tutti.

I dolorosi ricordi de “Il venditore di sigari” al Teatro Litta

L’olocausto nazista è finito da poco. Nella Berlino, fra le macerie, tutte le mattine alla stessa ora, due uomini si incontrano: un professore ebreo che vuole partire per fondare lo Stato di Israele e il proprietario di una tabaccheria, dall’aspetto tipicamente tedesco. Sono sopravvissuti alla tragedia che ha appena sconvolto e quasi annientato un popolo intero. Si attaccano, si rinfacciano colpe reciproche e recriminano sui torti subiti, fino a scoprire dolorosamente quanto gli obblighi della Storia possano condizionare il modo di agire dei singoli individui. E’ il canovaccio, pieno di sofferenza, de “ll venditore di sigari” di Amos Kamil, per la traduzione Flavia Tolnay , la regia di Alberto Oliva e con Gaetano Callegaro e Paolo Cosenza, rappresentato al Teatro Litta di corso Magenta. L’abisso e la resurrezione, la caduta e la rinascita sembrano i temi centrali.

Sabato 4 febbraio

“Oylem Goylem” di e con Moni Ovadia al Teatro Carcano

“Ho sempre pensato che la condizione dell’esilio oltre ad avere connotazioni di carattere socio-giuridico-esistenziali, dovesse essere riconosciuta per caratteri ‘organolettici’ e fra questi, di mio particolare interesse: il suono”: parola di Moni Ovadia che porta in scena e recita in “Oylem Goylem” al Teatro Carcano. La lingua, la musica, e la cultura Yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell’ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono al centro della rappresentazione. E’ un vero e proprio fenomeno epocale che in qualche misura ha modificato il tessuto culturale del nostro Paese – si legge sul sito del teatro -. Uno spettacolo di straordinaria tensione etica ed espressiva in cui si riesce a unire esilarante comicità, pietà e protesta civile. Un cult da vedere e rivedere.

“Ciao Nanni”, ricordo milanesissimo chansonnier Svampa al Teatro Gerolamo

E’ dedicato al milanesissimo Nanni Svampa, nato nel capoluogo lombardo nel 1938 e morto nel  2017, cantantescrittore, attore e soprattutto fondatore del gruppo musicale e cabarettistico ‘I Gufi’, la serata “Ciao Nanni” al Teatro Gerolamo in piazza Cesare Beccaria. Paolo Pellicini alla chitarra, accompagnato dalla fisarmonica di Fazio Armellini, conduce lo spettatore in un viaggio di due ore nel quale, fra cabaret e canzoni, si ripercorre la lunga carriera del noto chansonnier. Nato a Porta Venezia, antico ingresso della città medievale ancora esistente, allora una zona popolana, Svampa, convinto dal padre, si laureò in Economia e commercio alla Bocconi. E fu proprio durante il periodo universitario che si avvicinò al mondo musicale, fondando – e come voce e chitarra  – il complesso ‘I soliti Idioti’ a cui poi seguirono I Gufi e una felice carriera da solista.

Domenica 5 febbraio

Muffat e Bach con Mattia Marelli all’organo in Sant’Alessandro

Svolge attività concertistica soprattutto in Italia e in Svizzera, sia come solista sia in collaborazione con vari gruppi vocali e strumentali. Per il ciclo “Vespri d’organo in Sant’Alessandro“, nella piazza omonima nella chiesa parrocchiale di San Zebedia, l’organista Mattia Marelli intreccia Muffat (Toccata VIII, “Nova Cyclopeias Harmonica“ e Passacaglia in sol minore) a Buxtehude (Canzonetta BuxWV 172 e Toccata BuxWV 157) e Bach (Preludio e fuga BWV 539sul II movimento della Sonata BWV 1001). Marelli ha intrapreso gli studi musicali alla Scuola Diocesana di Musica Sacra e Liturgia “Luigi Picchi” di Como. Ha poi proseguito lo studio dell’organo al Conservatorio locale dove ha studiato anche il clavicembalo. Ha poi approfondito lo studio della musica antica con Lorenzo Ghielmi alla Civica Scuola di Musica di Milano.

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