La cena del patto civico per conquistare la Provincia. E “dimissionare” Antonelli

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Marco Magrini e Marco Riganti

VARESE – Cena e politica. Anzi, cena politica. Con amici. Dove il piatto del giorno, o meglio della serata, prevede i civici (quelli di vecchia data e quelli della nouvelle vague) e le strategie da mettere in campo. E che hanno come epicentro geopolitico provinciale Masciago Primo e il suo nuovo sindaco, Marco Magrini.

Carbonara la cena o la pasta?

Il ristorante in questione è Il Mattarello, locale centrale ma non troppo, al riparo ma nemmeno tanto da occhi curiosi e famelici. E al tavolo, ieri sera venerdì 25 settembre, c’erano Marco Magrini e Marco Riganti. Ma, dicono gli occhi indiscreti con la lingua lunga, anche Ciro Calemme, Roberto Puricelli, qualcun altro di Agorà, qualche altro civico e, attenzione, Nino Caianiello, personaggio che non ha bisogno di biglietti da visita.

Insomma più che la cena, visto che la notizia ha preso subito a girare su alcune chat, è stata la pasta a essere carbonara. Eppure nessuno conferma la tavolata. Ma neppure la smentisce. L’unico che scuce mezza parola è Marco Magrini, che raggiunto al telefono da Malpensa24 per chiedere appunto conferma della tavolata dice: «A me poco interessa il gossip. Parlo di politica: confermo di avere un dialogo aperto con Marco Riganti, persona che stimo, in quanto con lui in Provincia ho lavorato benissimo e siccome è un amministratore, insieme stiamo facendo una serie di riflessioni in vista delle prossime elezioni provinciali».

Quanto pesa il Marco?

Non quello tedesco, ormai da decenni fiori corso, ma quello politico: il Marco (Magrini e Riganti) quanto pesa?

È questa la domanda la cui risposta verrà data con le elezioni di secondo livello in Provincia, in agenda a dicembre. Alle quali i civici stanno lavorando. E dove più indizi fanno una prova. Del resto l’accoppiata Magrini – Riganti in provincia ha rappresentato (con anche Mattia Premazzi e Simone Longhini e a detta dei protagonisti qui citati) una catena che ha funzionato. In più Forza Italia annaspa più di quanto gli azzurri immaginavano (alle ultime elezioni in alcuni Comuni importanti manco hanno eletto un consigliere). E ancora un gruppo di Forzisti (quelli di Agorà ma non solo) sono ormai ex e da tempo guardano al civismo come un percorso per fare politica e portare avanti gli ideali che furono dell’armata azzurra. Oggi in declino nei numeri, nelle idee e negli uomini. Tutto questo da un lato.

Dall’altro ci sono i Civici, quelli di Progetto civico (per intenderci) che sentono di essere maturi per un upgrade provinciale: ovvero costruire una squadra che sappia incidere su scala sovracomunale, ma anche comunale. E, possibilmente, provinciale. L’obiettivo è quello di controllare l’attuale o futura maggioranza di Villa Recalcati. Molto dipende dall’esito del ballottaggio di Saronno e dagli equilibri che ne deriveranno in Provincia (le elezioni sono appunto di secondo livello). Fino al punto che  Magrini potrebbe imporsi su Emanuele Antonelli, presidente adesso in quota Fratelli d’Italia, il cui mandato, per effetto della Delrio, scade tra due anni, ma che sta più o meno inviso a molti della sua stessa maggioranza di centrodestra. E i carbonari della carbonara meditano addirittura un blitz per insediarvi, chissà, proprio Magrini.

E, quindi, si torna al tavolo del Mattarello, si aprono porte di dialogo. Anche con chi fino a poco tempo fa magari ha snobbato il civismo e ora l’ha rivalutato. Perché in politica, dice qualcuno, “solo uno stolto non cambia mai idea”. E amici.

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