Varese, meno occupati ma più contratti a tempo indeterminato

galli presidente confartigianato

VARESE – Cala l’occupazione e soffrono le piccole imprese, nella provincia di Varese. Ma allo stesso tempo, il 90 per cento dei contratti è a tempo indeterminato, aumenta l’occupazione femminile, il settore della meccanica continua la sua ascesa. Sono i dati relativi all’anno appena conclusosi per le imprese varesine e resi noti dall’Osservatorio di Confartigianato Varese, su un campione di oltre 1500 Pmi e circa 9300 lavoratori.

Sfiducia degli imprenditori

Nel complesso il 2018 si chiude in negativo, con l’occupazione che scende dell’1,6 per cento: un dato «che è riflesso e conseguenza di ciò che succede a livello internazionale – spiega il presidente di Confartigianato Davide Galli – e che contribuisce a creare un clima di incertezza e sfiducia nell’imprenditoria, che non spinge certo a fare investimenti». Eppure è proprio una riorganizzazione delle imprese che consente il superamento delle difficoltà: a soffrire meno e a crescere, spiega Galli, «sono le aziende strutturate, capaci di sostenere i costi. Quelle più piccole, se non soccombono, scadono spesso nel nero». Il quadro però non è da considerarsi così negativo, se osservato al dettaglio. Il primo dato interessante è quello dell’aumento dell’occupazione femminile, salita del 2,52 per cento, grazie all’assunzione di politiche di welfare aziendale e conciliazione vita-lavoro da parte delle imprese. Continuano a crescere i comparti della meccanica di produzione, i servizi alla persona e alle imprese (+3,06 per cento) e il settore chimica, gomma e plastica (+ 1,39 per cento) grazie alla vocazione all’export. In continuo calo sono invece i settori dell’edilizia e del tessile, «che soffrono di una crisi strutturale dovuta a variabili che vanno oltre la flessione congiunturale».

Più donne in azienda

Il secondo dato positivo è quello relativo alla stabilizzazione dei contratti, sulla scia del Decreto Dignità: si trasformano in indeterminati quasi il 90 per cento dei contratti (dato in crescita rispetto al 2017), con una flessione del 4,8 per cento del tempo determinato, a dimostrazione del fatto «che le Pmi – spiega Giulio Di Martino, responsabile area contrattualistica e bilateralità di Confartigianato Imprese Varese – tendono a mantenere in azienda quelle professionalità che sono ritenute valide», e quindi a stabilizzare il personale. Scendono quindi le nuove assunzioni (e non bisogna parlare di immigrati che «tolgono il lavoro agli italiani: il dato rispetto agli stranieri assunti in provincia non è in aumento), ma allo stesso tempo si consolida la forza lavoro già presente nelle aziende: l’anzianità dei dipendenti, dunque, mostra che la qualità, nelle imprese varesine, viene premiata.

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