Convegno sanità: in Italia 38 mila morti l’anno per infezioni ospedaliere

FIRENZE – La sanità è certamente un sistema complesso, e gli italiani danno molta importanza alle cure e alla salute delle proprie famiglie. Il nostro sistema, certamente in crisi, rimane comunque fra i migliori in Europa e tuttavia dati allarmanti vengono da due diversi, e qualificati, convegni che si sono svolti nei giorni scorsi.

Un po’ di numeri

Le infezioni ospedaliere causano ogni anno in Italia 38 mila decessi. E’ un fatto clamoroso. L’infezione nasce perché diminuisce la spesa per l’igiene negli ospedali, che si puliscono di meno. Di conseguenza aumentano i batteri resistenti e peggiorano le condizioni. Lo ha sostenuto e sottolineato Giorgio Vittadini, presidente dell’Associazione per la sussidiarietà, intervenendo a Firenze al congresso della Federazione delle associazioni regionali degli economi e provveditori alla sanità (Fare), che ha annunciato l’inizio di una ricerca proprio su questo enorme problema. «La Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione, ha imposto gare al massimo ribasso – ha aggiunto Vittadini – perché, si dice, così si è efficienti e si spende meno. Ma non è così». Bisogna quindi individuare migliori modelli di approvvigionamento compatibili con la situazione finanziaria del Governo, nell’ottica di un’ottimizzazione delle spese e dell’efficienza in un contesto di risorse scarse. Un obiettivo – è stato detto – che è possibile raggiungere anche migliorando la governance della mobilità sanitaria.

Come ridurre il fenomeno

Ma non è finita qui. Un recente studio del Ceis (Centro di studi economici e internazionali) ha, infatti, valutato la comparsa di infezioni dopo 6 tipi di interventi chirurgici, rilevando 3 casi di infezioni post-operatorie ogni 1.000 e un aumento del costo medio per ricovero di 9.000 euro. Più in generale negli ultimi 10 anni sono cresciute le infezioni legate all’assistenza sanitaria: ci sono 32 casi ogni 1000 ricoveri per acuti. Per farvi fronte la Lombardia ha avviato il progetto Check List Chirurgia Sicura 2.0, sviluppato dal gruppo regionale Risk Manager e presentato a Milano al convegno “Infezioni ospedaliere: quale clinical governance?”, organizzato da Motore Sanità. Obiettivo del progetto è analizzare il rischio per la sicurezza del paziente in sala operatoria.
«L’intervento chirurgico comprende una serie di attività che devono essere svolte in una sequenza prestabilita», ha osservato Enrico Comberti, degli Spedali Civili di Brescia. Lo strumento scelto per riportare in modo puntuale le condizioni da verificare, le attività da svolgere, i controlli da eseguire è la Check List Chirurgia sicura 2.0, che si compone di una “Check List di Sistema” e una “Check List Paziente”. La prima analizza protocolli e procedure, monitoraggio e formazione, valutando quindi anche l’operato dei dirigenti nell’investire risorse per implementare raccomandazioni, sistemi di monitoraggio e formare il personale, mentre la Check List del Paziente analizza la fase preoperatoria, intraoperatoria e postoperatoria, verificando che tutte le attività siano eseguite nei tempi e modi previsti.  «L’uso di tecnologie avanzate per ridurre le infezioni e interventi di prevenzione ridurrebbero le infezioni ospedaliere, migliorando la salute dei pazienti e riducendo i costi», ha rilevato Francesco Saverio Mennini, docente di Economia Sanitaria dell’Università di Tor Vergata. Insomma la strada da fare è molta e l’urgenza è assoluta. Le infezioni ospedaliere sono moltissime e comportano conseguenze anche mortali. Il tempo è scaduto, e non da poco.

Angela Bruno

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