Coronavirus, Regione e Comuni fanno appello a Conte: tuteliamo i frontalieri

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MILANO – Sono 28 i Sindaci – in rappresentanza di quasi 70 mila abitanti – che scrivono al Premier Giuseppe Conte per accendere i riflettori del Governo sulla difficile e pericolosa situazione che vivono ogni giorno decine di migliaia di frontalieri che quotidianamente si recano in Canton Ticino per lavorare. I Sindaci chiedono al Governatore Attilio Fontana di farsi portavoce – verso il Governo – della loro richiesta e di quella dei loro concittadini, esasperati dal comportamento della Svizzera nei loro confronti, tra frontiere chiuse con la scusa di controlli sanitari che in realtà non vengono effettuati e provvedimenti troppo blandi rispetto al rapido dilagare dell’epidemia sul territorio elvetico.

All’appello si uniscono anche i Parlamentari Stefano Candiani (Lega), Nicola Molteni (Lega), i Consiglieri Regionali della Lombardia Giacomo Cosentino (Lombardia Ideale – Fontana Presidente) ed Emanuele Monti (Presidente Commissione Sanità – Lega).

Già informato il sottosegretario

Dichiarano i parlamentari Stefano Candiani e Nicola Molteni: “Il Governo deve considerare e tener pienamente conto della condizione dei 70 mila lavoratori frontalieri delle provincie di Varese, Como, Sondrio e Verbano Cusio Ossola sia relativamente alla tutela della loro salute sui posti di lavoro oltre confine sia prevedendo, nel prossimo decreto che deve far fronte alle ripercussioni economiche causate dal coronavirus, le necessarie risorse per poter dare assistenza dal punto di vista previdenziale ed economico ai nostri lavoratori che dovessero perdere il posto di lavoro oltre confine per causa dell’infezione o a causa delle inevitabili ripercussioni economiche di tutta la filiera transfrontaliera dei territori di confine. Di queste cose ne abbiamo parlato nelle scorse ore con il Sottosegretario Scalfarotto.”

Prioritario salvaguardare la salute

Prosegue il Consigliere Regionale Giacomo Cosentino: “Ho subito ascoltato le esigenze dei frontalieri e dei Sindaci e abbiamo deciso di appellarci immediatamente al Presidente del Consiglio, anche tramite il Governatore Fontana che sta già lavorando anche per la tutela dei lavoratori frontalieri. Il Governo italiano si deve coordinare subito con le Autorità svizzere affinché i nostri lavoratori siano messi in sicurezza e non vengano considerati come semplice manovalanza. In questi anni hanno dato moltissimo alla Svizzera e meritano rispetto soprattutto in questo momento di emergenza.”

Misure come in Lombardia

Conclude Emanuele Monti: “Dobbiamo tutelare la salute dei frontalieri di tutte le provincie della Lombardia che ogni giorno si recano al lavoro in Svizzera; le aziende svizzere devono rendersi conto che in primis bisogna tutelare la salute dei dipendenti. Devono essere adottate misure pari a quelle assunte dalla Lombardia anche perché la diffusione del virus nel Canton Ticino è superiore a quella della provincia di Varese e, quindi, dobbiamo in tutti i modi tutelare la sicurezza delle persone. Ciò non si può fare chiedendo ai lavoratori di ammassarsi in 5 in una stanza di bed and breakfast. Prima deve venire la salute dei cittadini e poi il lavoro.”

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