Crisi, Assolombarda: nonostante la pandemia la Lombardia è in ripresa

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MILANO – La crisi è grave e morde a causa della pandemia mondiale, ma lo scenario economico presenta segnali di novità. E’ un mosaico in chiaroscuro, forse però si vede la luce in fondo al tunnel. Riparte il commercio internazionale e anche le imprese lombarde agganciano la risalita, registrando un -2,3% di vendite all’estero nell’ultimo trimestre del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dopo il -7,9% del terzo trimestre e la caduta verticale del -27,3% del periodo aprile-giugno. Lo rende noto il Centro Studi di Assolombarda in un report diffuso alla stampa.

Il bilancio complessivo del 2020 rimane comunque estremamente pesante: sono 13,5 i miliardi di fatturato estero persi in un anno in Lombardia, con una flessione del -10,6% rispetto al 2019. È una caduta profonda e superiore alla media nazionale (-9,7%) perché qui il coronavirus ha colpito prima e con maggior forza, anche nella seconda ondata. Tuttavia, la performance lombarda è sostanzialmente allineata a quella degli altri motori d’Europa ad indicare il grave e diffuso impatto del Covid-19 su tutti i grandi poli manifatturieri europei: -10,3% Cataluña, -10,6% Auvergne Rhône Alpes, -11,3% Bayern, -7,3% Baden-Württemerg. Tutto ciò trova conferma anche nei dati di produzione, con un calo annuo che sfiora il -10% sia in Lombardia sia nei benchmark internazionali.

Guardando al manifatturiero lombardo, si conferma poi la profonda differenziazione per settore: nel 2020 crescono solo i comparti essenziali della farmaceutica e dell’alimentare (+7,6% e +1,3%), mentre nel complesso contengono le perdite elettronica (-4,2%), apparecchi elettrici, (-7,1%), chimica, (-7,4%) e gomma-plastica (-9,1%). A soffrire maggiormente, nonostante l’accelerazione positiva nell’ultimo trimestre dell’anno, sono meccanica, metalli e automotive: qui la caduta annua è superiore alla media del manifatturiero e compresa tra il -12% e il -15%. Resta, inoltre, particolarmente critica la situazione del sistema moda che nell’anno perde quasi il 20% delle vendite estere.

“La pandemia ha avuto un impatto subito drammatico sulla sanità e immediatamente dopo sull’economia – sottolinea Fabrizio Di Amato, vicepresidente di Assolombarda con delega a’Energia, Centro Studi, Sviluppo delle Filiere e Cluster –, generando la paralisi del sistema produttivo, l’interruzione delle catene del valore e degli scambi mondiali. Fortunatamente il commercio globale è tornato ad un valore sopra i livelli pre-Covid già da novembre scorso e le nostre imprese si sono fatte trovare pronte. La loro reattività e resilienza, nonostante le nuove limitazioni, è un chiaro segno di competitività e rappresenta un impulso positivo per questo avvio di 2021 ancora dominato dall’ incertezza”.

“Il mantenimento delle quote di mercato all’estero delle nostre imprese è fondamentale per proseguire il recupero – ha concluso Di Amato –. Considerando che per il 2020 stimiamo un calo di Pil del –10% circa a livello lombardo, è fondamentale restare agganciati ai mercati globali. La via principale per tornare a crescere. In questo, la nostra presenza nelle filiere lunghe e nelle nuove filiere deve essere da traino anche per le piccole e micro-eccellenze italiane che faticano a cogliere l’opportunità dell’estero”.

Nelle settimane scorse sempre Assolombarda aveva parlato per quest’anno di ripartenza cauta, condizionata dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria, dalla tempistica del piano vaccinale e dalle misure di stimolo all’economia. È in questo clima d’incertezza – era stato sottolineato – che vanno inquadrate le stime formulate: il Pil, secondo Prometeia, è atteso nel 2021 al +5,2% per la Lombardia e al +4,8% per l’Italia. Insomma forse davvero si sta ritornando alla normalità e le ricette sono le stesse: impegno, tenacia, capacità di innovare, valorizzazione dei punti forza, capacità di intraprendere e di non arrendersi mai. Qualità tipiche di imprese e lavoratori lombardi.

Angela Bruno

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