Avis Varese festeggia i 70 anni dalla fondazione: «Un punto di rilancio»

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VARESE – L’Avis Varese festeggia i 70 anni di vita. E le celebrazioni dell’anniversario vengono vissute dall’associazione non come un punto d’arrivo, bensì di rilancio. Una data importante, di una storia iniziata il 18 marzo 1951, che cade in un momento delicato per tutti. E che limita i festeggiamenti, ma la soddisfazione per quanto fatto in sette decenni di attività.

Gli inizi

Il 18 marzo del 1951 un gruppo di 9 varesini generosi e lungimiranti decisero, seguendo un po’ le orme di altre realtà italiane spinte dall’intuizione del dottor Formentano che nel 1927 a Milano fondò Avis, di riunire quei donatori che già donavano spontaneamente in una sezione locale di questa associazione.

Nasce così Avis (Associazione Volontari Italiani del Sangue) comunale Varese, che ha rappresentato e rappresenta un punto di riferimento significativo non solo per il sistema trasfusionale, ma anche per il territorio e la società cittadina.

Sette decenni di storia

In questi 7 decenni di storia, Avis ha trovato formule innovative che hanno consentito di essere protagonisti nel sostenere le politiche della donazione di sangue e di emocomponenti con le caratteristiche del volontariato e della solidarietà. Ma l’Associazione non si ferma ed è proiettata a vincere ulteriori sfide, che consentano di coniugare la tradizione, l’essere espressione di un patrimonio valoriale enorme, con una forte capacità propositiva.

Sostenere il bisogno di salute

In questi anni di storia avisina, i cambiamenti politici, sociali, economici, scientifici, medici sono stati straordinari e hanno coinvolto anche Avis: è sufficiente citare il passaggio dalle donazioni “braccio-braccio” alle aferesi, alla possibilità di ottenere farmaci plasmaderivatisintetici, alle trasfusioni mirate. Oggi ogni donazione di sangue viene scomposta nei suoi tre principali emocomponenti (globuli rossi, plasma e piastrine) che possono servire per la cura di tre pazienti differenti.

Avis ha operato ed opera tuttora, per sostenere i bisogni di salute dei cittadini, favorendo il raggiungimento dell’autosufficienza di emocomponenti e di plasmaderivati e dei massimi livelli di sicurezza trasfusionale e di qualità, grazie a donazioni volontarie, periodiche, associate, non remunerate, anonime, consapevoli ed associate; di tutelare il diritto alla salute dei donatori e dei pazienti; di promuovere la cultura della solidarietà e del dono, l’informazione e l’educazione alla salute dei cittadini, con la piena coscienza di quanto siano ancora di grande attualità i valori insiti nella donazione di sangue e nell’essere avisini.

Missione allargata

Negli anni Avis ha perfezionato gli strumenti di interazione con la società al fine di perseguire un obiettivo più ampio, “di missione allargata” finalizzato alla promozione di stili di vita sani e positivi, al monitoraggio dello stato di salute ed alla prevenzione, ad un’attenzione alla diffusione dell’associazionismo e del ben – essere. Ancora oggi l’unica “fonte” di sangue e dei suoi derivati è il donatore; una persona che ha fatto una propria intima scelta di concretizzare un vissuto di solidarietà, generosità, gratuità con il gesto della donazione.

Gesto gratuito ma fondamentale

La donazione di sangue rappresenta un semplice, ma essenziale gesto di gratuità e generosità che contribuisce a garantire una adeguata risposta alle esigenze trasfusionali di un sempre maggior numero di persone (quotidianamente in Italia vengono trasfuse oltre 1700 persone).

Con la presenza capillare sul territorio, Avis gioca sicuramente un ruolo fondamentale e strategico nel sistema sanitario, e trasfusionale in particolare, ma anche in quello sociale.  Il “capitale umano e sociale” di Avis è rappresentato da tutte quelle persone che in questi 14 lustri si sono avvicendati come donatori, potenziali donatori, simpatizzanti, sostenitori, dirigenti. Al termine del 2020, con tutte le difficoltà determinate dalla pandemia, si contavano, a Varese, 3053 donatori che hanno effettuato 4056 donazioni con un numero di nuovi donatori pari a 181.

Attivi anche in tempi di Covid

Le limitazioni legate al contenimento della diffusione dell’infezione da Covid 19, non hanno permesso la costante presenza sul territorio, ma non sono mancate iniziative di sensibilizzazione, grazie al nuovo sito web (www.avisvarese.it), alla somministrazione e restituzione in classe o in didattica a distanza di un questionario sugli stili di vita agli studenti di alcuni Istituti superiori, alla affissione di manifesti, alla presenza per il 4 ottobre (Giornata nazionale del dono) in Piazza Podestà a Varese.

Per i prossimi anni, che vedranno anche il rinnovo delle cariche associative in consiglio, Avis Varese opererà per intercettare un sempre maggior numero di cittadini, in particolare giovani grazie all’interazione con le scuole, al fine di incrementare il numero di avisini.