Canzoni a tutto vapore: a Gallarate il libro di Aldo Pedron su treni e musica

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GALLARATE – Esistono al mondo almeno trentamila canzoni sui treni, con i treni, per i treni. Nel suo ultimo libro Aldo Pedron ha presentato una selezione delle più rappresentative: alcune sono curiose, inedite, poco usuali, alcune assai conosciute e altre quasi totalmente sconosciute. L’opera, che tra immagini, fotografie e copertine di dischi è corredato di un ricco patrimonio visivo, verrà presentata domani, sabato 27 aprile, dal giornalista e critico musicale nell’appuntamento alle 18 alla libreria Biblos di Gallarate che sarà condotto da Angelo De Negri e vedrà la presenza di Cris Mantello, cantante e chitarrista country di Busto.

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L’omaggio delle sette note al “gigante buono”

«Non esiste nessun libro del genere al mondo, se non uno di folk song legate alle ferrovie americane e risalenti agli anni Venti-Quaranta», ha sottolineato Pedron, firma dei siti “Mescalina”, “Musicalmind”, “Off Topic”,” Frastuoni” e “Il Popolo Del Blues”. «A ispirare l’idea, prima del Covid, era stato Pino Tuscano, presidente del Dopolavoro Ferroviario. Ho impiegato quasi tre anni a completare “Treni in musica”: come nel caso di “La mia guida jazz” il volume ha assunto la forma quadrata di un Lp e inoltre ogni brano è accompagnato da cinque o sei righe del suo testo, con traduzione. Il saggio è sviluppato soprattutto riguardo agli artisti stranieri, con foto storiche di Mick Jagger, Jimi Hendrix e Iggy Pop, ma, come testimonia per esempio quella di Lucio Dalla in stazione con Ron, ce n’è per tutti i gusti: di volta in volta rock’n’roll, blues, country, folk e melodia italiana hanno reso omaggio al treno facendolo diventare una vera icona nell’immaginario collettivo, il gigante buono».

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Dall’Italia alla figura dell’hobo: i capitoli di approfondimento

Tra le “canzoni a tutto vapore” per lui più importanti, il fondatore della storiche riviste “Mucchio selvaggio” e “L’ultimo buscadero” ha indicato la “Love in vain” di Robert Johnson suonata dai Rolling Stones, “Honky tonk train blues” di Keith Emerson, “Long train running” dei Doobie Brothers nonché, per l’Italia, quelle in tema di Giorgio Gaber e Rino Gaetano.
«Il libro – ha ricordato Pedron – comprende diverse capitoli di approfondimento dedicati all’Italia, all’Unione Sovietica, al southern rock e agli hobo, tra i primi a vivere sui treni, tanto da avere sviluppato una loro tecnica per salirci senza farsi scoprire. Alla loro epoca c’erano anche musiciste molto emancipate, altro che femminismo: come nel caso di Sister Rosetta Tharpe, ribelle nel vero senso della parola. Si dice sia stata lei a inventare il rock’n’roll, già a fine anni Venti suonava “This train” con la chitarra elettrica. Una foto la ritrae a una stazione di Manchester nei primi anni Sessanta, quando, a causa della febbre scoppiata per i bluesmen degli Stati Uniti, tanti artisti venivano invitati a esibirsi in Inghilterra».

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