Varese rock’n’roll, l’8 marzo omaggio in concerto alle canzoni di Rosetta Tharpe

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VARESEVarese Land Of Rock’n’Roll celebrerà l’8 marzo “Sulle orme di Sister Rosetta Tharpe”. Per l’occasione il festival ospiterà sulla sua pagina facebook un evento speciale dedicato alla donna che inventò il rock’n’roll: nel corso della diretta, che avrà inizio alle 18, si esibiranno in concerto artisti da diverse nazionalità. Pino Tuscano, ideatore della manifestazione e promotore del riconoscimento, da parte dell’Unesco, del rock’n’roll come patrimonio immateriale dell’umanità, ha ripercorso la vita di Rosetta Tharpe, di cui Bob Dylan disse: “Era tutto tranne che ordinaria e insignificante. Era una grande, bella donna, e divina, per non dire sublime e splendida. Era una potente forza della natura”.

Una donna, una madonna, una divinità dimenticata (di Pino Tuscano)

Come è difficile raccontare la storia di una donna nera, che nasce nel lontano 1915, nel sud degli U.S.A. (Arkansas), ove i genitori raccolgono il cotone. E che poi, negli anni, volando cantando e predicando, affronta la durezza della vita. In viaggio sempre verso la “gloria” con il suo “This train”, il treno della vita. Cercando, lungo il percorso, la città o il luogo della gioia. Non era facile, nonostante il genio musicale, dormire sugli autobus, consumare i pasti nelle entrate posteriori dei ristoranti, a causa del colore della pelle. Il cammino della vita di Rosetta – come capita spesso alle “divinità” – non è durato a lungo.
Se ne è andata nel 1973, all’età di cinquantotto anni. Anni trascorsi in una luce sottile, tra il sacro e il profano, a illuminare la sua breve esistenza e i nostri ricordi. Il suo stile di vita, il ritmo delle sue canzoni, la sua chitarra, avevano aperto la porta al movimento frenetico del corpo, dei cuori, delle emozioni. Era l’aria della nuova musica, stava nascendo il rock and roll. Rosetta è stata la madre di tutte le fusioni musicali, ha spinto le note verso un nuovo sound e ha aperto la strada a un’era di note e musicisti straordinari. La sua storia di musicista e chitarrista, in anni maledettamente difficili, segnati da un cupo oscurantismo, non è solo artistica. È la storia di una persona che ha influenzato, attraverso canzoni, atteggiamenti, stili di vita, il futuro della musica americana e mondiale.

Vita durissima, la sua, fin dalla nascita. A quattro anni si esibisce con la mamma nelle comunità evangeliste e nelle chiese del sud degli Stati Uniti D’America. Un fenomeno naturale, mentre intorno a lei era un tutto un recinto di muri chiusi: culturali, religiosi, sociali. Passano gli anni e Rosetta diventa, come i genitori, predicatrice evangelica e voce gospel. Si sposa nel 1934 con il reverendo Thomas, un matrimonio infelice con un uomo dispotico e violento. Lei fugge con la madre, si risposa più volte.
Fino a quando non incontra un’altra donna speciale, la cantante Marie Knight. Collaborarono per anni e vissero insieme. Donna, nera, rocker, lesbica. Una rivoluzione per quei tempi. E anche per i nostri, a dirla tutta. Basta ascoltare un brano, magari cercandolo su YouTube – uno su tutti: “Strange things happening every day” – per avere voglia di saperne di più sulla vita di una donna così. Una che ha elogiato Dio e i piaceri profani, ha rotto le convenzioni andando in tour – lei nera – con un coro di bianchi.

È inspiegabile, imperdonabile, il ritardo nella ammissione alla “Rock & Roll Hall of Fame”, che avvenne soltanto nel 2018. In questa era contemporanea, nella quale per essere qualcuno sembrano importanti i clic e i like, dovremmo provare a guardare in alto. A dire, anche a noi stessi: su la testa, coglioni. Guardando in cielo, i nostri occhi diventano anche orecchie e possiamo sentire le note di Rosetta. Cercare le storie di una vita veramente vissuta, mai banale. Di una madre del rock, meno ricordata ma non meno grande dei miti: Elvis, Chuck Barry, Little Richard, Rolling Stones, Springsteen… È stata Rosetta a portare in alto la musica religiosa afroamericana, a fondere dieci anni prima di “Rock around the clock” – generi come il jazz, il blues, il gospel.
Lei aveva tracciato la strada del coraggio e della ribellione. Cantava nel testo di “Up above my head” “…Ci deve essere un paradiso da qualche parte…sento la musica nell’aria…”: Sister Rosetta Tharpe è un’icona di orgoglio e senso della vita. È riuscita ad andare oltre le barriere e i limiti di una società chiusa e conservatrice. Organizzare un evento musicale a lei dedicato, nel giorno della festa delle donne, serve a far conoscere e a valorizzare la sua storia troppo dimenticata. Serve ad alzare il volume anche sulle tante donne che nel mondo combattono per promuovere, insieme ai loro diritti, una nuova umanità.

Gli artisti in programma

Qui di seguito sono indicati gli artisti che si esibiranno in concerto:

Lorenzo Bertocchini, ore 18
Il cantautore varesino proporrà un concerto con sole canzoni che nel titolo hanno un nome di donna.

Saul City, ore 19 
Lauren-Joy Manus e Michele Covito offriranno il loro raffinato pop-soul da Capetown (Sudafrica).

Elizabeth Lee, ore 20 
La blues-girl texana si collegherà da Lucklum (Germania) accompagnata dal chitarrista Martin Hauke.

Orit Shimoni, ore 21
La cantautrice israelo-canadese canterà in inglese e in lingua ebraica in collegamento da Winnipeg (Canada).

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