Sieco, la guerra dei rifiuti. I Comuni minori: «Cassano, non siamo sprovveduti»

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CASSANO MAGNAGO – Ormai è la guerra dei rifiuti. Le spiegazioni fornite dal sindaco Pietro Ottaviani durante la seduta a Villa Oliva sui futuri rapporti con Sieco, la società che gestisce i rifiuti anche a Cassano Magnago, non sono state ben accolte dai Comuni soci. Che ora passano al contrattacco: «Occorre un opportuno chiarimento sulla nostra presa di posizione», scrivono in una nota. «Nel corso del consiglio comunale sono state fatte delle affermazione non del tutto corrette».

La vicenda

La vicenda è ormai nota: i Comuni minori hanno convocato una conferenza stampa nella meeting room di Sieco, con l’obiettivo di avere dettagli sulle intenzioni di Cassano, accusata di non aver ancora rinnovato il contratto e di non aver preso parte all’ultima assemblea dei soci. Immediata la presa di posizione di Ottaviani. Ma se l’obiettivo era mettere un punto alla polemica, sembra aver ottenuto l’effetto contrario.

«Non facciamo i capricci»

Il sindaco in aula ha infatti ribadito che il ruolo cassanese è di socio di maggioranza, scatenando gli altri enti locali: «Esistono cittadini di serie A, B o C? No, Sieco deve garantire un servizio primario di qualità al miglior prezzo a tutti, indipendentemente dal fatto che sia residente nel Comune con la quota maggioritaria o di minoranza». Fino a spiegare, nuovamente, il motivo che ha portato a organizzare quell’incontro con i giornalisti: «L’evidente conseguenza di una continua mancata risposta e chiarezza da parte di Cassano. Si è procrastinata per mesi sino ad arrivare quasi alla fine di aprile, con un contratto e relativa proroga scaduti. E oggi ancora non è definita l’intenzione e la volontà». E ancora: «Non siamo sindaci sprovveduti o capricciosi, come hanno cercato di far intendere. Ma spinti da motivazioni forti. Tutto è documentato dai verbali delle sedute di Ufficio di coordinamento redatti e agli atti della società».

La ricostruzione. Tutti i dettagli

Anche i motivi per cui Cassano non si è presentata all’assemblea dei soci non ha convinto. Anzi, è stato «assolutamente spiegato in modo non del tutto corretto». Le precisazioni tecniche:

  • La società risponde alle norme che regolamentano le società di capitali secondo quanto previsto dagli artt. del Cod. Civ.;
  • Non può essere stralciato un punto indicato all’ordine del giorno in una convocazione relativa a un organo societario, ma nel caso specifico in sede dell’assemblea può essere esposta ai soci la richiesta e la volontà di rinviare ad una prossima adunanza il punto;
  • In ogni caso, l’Ufficio di Coordinamento non è l’organo che delibera le eventuali linee dettate dallo stesso. L’organo preposto è L’assemblea dei soci che eventualmente ratifica e delibera le proposte dell’Ufficio di Coordinamento, come previsto dallo Statuto della Società

Fino a ripercorrere passo passo quanto accaduto. Cassano, dicono, «poteva presentarsi in Udc e proporre l’eventuale rinvio del punto all’ordine del giorno che hanno evidenziato non gradito. Ma anche qualora i soci non avessero accolto la richiesta, non avrebbe dato alcun seguito: terminata la riunione, il Comune avrebbe potuto a quel punto non presenziare all’assemblea dei soci, convocata per lo stesso giorno in un’orario successivo. E in questo modo non si sarebbe potuto procedere, in quanto l’assemblea non avrebbe raggiunto il quorum per deliberare». Inoltre, precisano che la riunione era stata indetta «esclusivamente per discutere i rinnovi contrattuali a seguito di una comunicazione (agli atti) pervenuta ufficialmente all’amministratore unico, in cui illustrava che in sede di una riunione tecnica il consigliere cassanese delegato Calì aveva dichiarato l’intenzione di rinnovare il contratto per un solo anno». Il punto all’ordine del giorno in questione, proseguono, «era stato inserito, come si evince dal verbale dell’Udc del 13 febbraio – in quanto discusso in quella sede, decidendo che sarebbe stato messo in discussione nel prima riunione convocata successivamente – evidenziando che l’eventuale modifica alla convenzione dovrà essere poi approvata in assemblea dei soci e nei singoli consigli comunali». Infine: «Evidente che tale punto sarebbe stato rinviato, in quanto cinque Comuni non avrebbero potuto fare il passaggio in aula a causa del fermo deliberativo dato dalle elezioni».

«Più chiarezza»

Insomma per i soci «occorre maggiore chiarezza e adeguatezza nelle comunicazioni, non è corretto approfittare del fatto che molti non sono informati sulle procedure societarie e amministrative». Inoltre è stato convocato un ufficio di coordinamento «per un aggiornamento in merito all’eventuale rinnovo contrattuale di Cassano» e per la «discussione e chiarimenti in merito ai rapporti tra Cassano Magnago e gli altri soci Sieco».

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